Alunni

Abbandono scolastico in crescita, è allarme in Puglia

E’ allarme abbandono scolastico in Puglia con oltre il 17% dei ragazzi a lasciare la scuola prima del diploma.

A fornire questi dati preoccupanti è un’analisi della fondazione di Openpolis “Conibambini”. Una situazione drammatica presente in verità in un tutto il Paese con Puglia e Sicilia, però, a svettare su tutti con le percentuali più alte (fonte Quotidianodipuglia).

I motivi dell’abbandono scolastico

Sempre più spesso, a livello nazionale e internazionale, si parla con preoccupazione di abbandono scolastico precoce. Un fenomeno allarmante e oltremodo complicato da analizzare nella sua interezza. Gli stessi numeri vanno rintracciati e letti analizzando diversi studi e report che ne fotografano la dimensione. L’Italia è purtroppo il fanalino di coda della classifica europea e ben lontana dell’obiettivo del 10% che si era data l’UE nel 2020.

In particolare, tra i Paesi dell’Unione Europea, l’Italia è sul podio per abbandono medio di studenti, con il 12,7%, dietro soltanto a Spagna (13,3%) e Romania (15,3%). (fonte Asnor).

Come sempre in questi casi i motivi sono sempre molteplici. Per prima cosa non va sottovalutato l’aspetto relativo al blocco dell’ascensore sociale, cioè la speranza per le nuove generazioni di avere condizioni economiche e di vita migliori delle precedenti. In Italia le disuguaglianze sono ereditarie, chi nasce povero di fatto morirà povero. Non a caso, infatti, la percentuale più alta di abbandoni scolastici si registra nelle famiglie con redditi bassi con genitori che di solito non hanno superato la terza media. Altro fenomeno da tenere in considerazione è il divario nord sud, per questo le due regioni con il tasso più alto di abbandoni sono la Puglia e la Sicilia (circa il 24%) mentre il Veneto si attesta intorno all’8%.

Cosa si sta facendo a livello di EU

Un aspetto da tenere in considerazione è quello che un’altra quota di abbandoni scolastici si abbina all’incremento parallelo dei Neet cioè i ragazzi tra i 20 e i 24 anni che non studiano, non si formano non lavorano, gravando sulle proprie famiglie.

Alcuni fondi per intervenire contro il fenomeno erano stati inseriti nel Pnrr, ma al momento ci sono forti difficoltà a realizzare progetti utili alla causa.

A livello EU i Paesi si erano impegnati a ridurre la media degli abbandoni scolastici a meno del 10% entro il 2020, obiettivo disatteso, nonostante il forte senso di collaborazione tra i Ministri della Pubblica Istruzione che hanno adottato una “Raccomandazione del Consiglio” sulle politiche per ridurre l’abbandono scolastico, che “istituisce un insieme coerente, globale e concreto di politiche per affrontare questo problema. Hanno inoltre convenuto di collaborare e scambiarsi buone pratiche e conoscenze sui modi più efficaci per combatterlo.” La relazione finale ha descritto dodici indicazioni chiare (best praticts) da attuare per limitare il fenomeno.

Altro progetto sviluppato in ambito UE è lo spazio europeo dell’istruzione, in cui la Commissione, tramite appositi percorsi, aiuterà tutti gli alunni a raggiungere un livello di riferimento nella padronanza delle competenze di base.

In dettaglio l’importante persegue tre obiettivi:

  • dare a tutti i giovani l’opportunità di raggiungere un livello di riferimento per le competenze di base
  • ridurre al minimo il numero di giovani che abbandonano gli studi prima di conseguire almeno un diploma di istruzione secondaria
  • garantire il benessere degli alunni a scuola.

Evitare l’abbandono scolastico è un dovere dello Stato e dell’UE, la speranza è che le politiche e le azioni messe in campo possano modificare il trend negativo.

Dino Galuppi

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