La nuova tabella di valutazione delle graduatorie d’istituto di seconda fascia riserva dei vantaggi palesi in caso di abilitazione conseguita fuori dall’Italia.
Infatti, come riporta Italia Oggi, i titoli danno diritto alla maggiorazione di punteggio prevista per le abilitazioni italiane e ai corsi si accede senza test preselettivo.
La novità del decreto del 1 giugno è tesa a non infrangere le regole dell’Unione Europea, che chiede la maggiorazione di punteggio per i titoli esteri.
Invece in Italia, per valorizzare i titoli conseguiti dopo il corso di abilitazione, ci sono test preselettivi e crediti formativi che vanno a caratterizzare l’abilitazione nel nostro Paese.
La procedura di riconoscimento titoli abilitanti esteri era già piuttosto complessa, adesso non è che sia divenuta più semplice, ma ciò non toglie la convenienza di acquisire l’abilitazione all’insegnamento all’estero.
A sorridere saranno senz’altro le agenzie di consulenza, che hanno lo scopo di aiutare gli aspiranti docenti a conseguire l’abilitazione all’estero, considerato il percorso più impervio del sistema italiano, il numero chiuso delle Università, ecc…
Si sperava fortemente sulla legge 107, che con il nuovo sistema di reclutamento in molti avevano puntato per sconfiggere l’abilitazione all’estero, che crea disuguaglianze di preparazione e di percorso.
L’accesso ai concorsi per diplomati magistrale e un concorso ad hoc riservato agli attuali abilitati non basta evidentemente, perché l’esistenza della seconda fascia delle graduatorie d’istituto garantirà sempre un certo vantaggio alle abilitazioni fuori dall’Italia.
Inoltre, non sono previsti altri corsi abilitanti, lasciando il prossimo concorso riservato come l’ultima spiaggia per ottenere l’assunzione di ruolo nella scuola italiana.
Altrimenti, se i candidati volessero conseguire l’abilitazione per inserirsi in seconda fascia, è più conveniente fare le valigie e abilitarsi all’estero, che garantisce lo stesso punteggio senza test preselettivi.
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