La nota del 2 aprile del Ministero dell’Istruzione fornisce chiarimenti in merito ai titoli di abilitazione all’insegnamento e di specializzazione sul sostegno ottenuti in Romania. Questi, infatti, non sono validi per diventare insegnante in Italia.
Infatti, la nota, specifica che i titoli romeni, non essendo considerati sufficienti per l’esercizio della professione di insegnante in Romania, non possono di conseguenza essere fatti valere a tal fine nemmeno in territorio italiano.
Inoltre, per quanto riguarda la specializzazione sul sostegno, si precisa che non vi è corrispondenza tra l’ordinamento scolastico italiano e quello rumeno, in cui i soggetti con disabilità frequentano apposite scuole speciali, a differenza di quanto avviene in Italia con l’integrazione nelle classi comuni degli alunni disabili o con bisogni educativi speciali, ricorda anche la Cisl Scuola.
Ma a Viale Trastevere, prima di emanare questa nota, hanno fatto le dovute ricerche: infatti, oltre all’interlocuzione con le autorità rumene, il MIUR precisa di aver acquisito sulla questione anche il parere del CIMEA (Centro di Informazione sulla Mobilità e le Equivalenze Accademiche), membro della rete NARIC (National Accademie Recognition Information Centres) dell’Unione Europea, il quale ha specificato come la qualifica acquisita nei corsi di formazione psicopedagogica “Adeverinta” non è titolo sufficiente per l’esercizio della professione di insegnante.
Ne consegue che tutte le richieste di riconoscimento dei titoli rumeni per l’abilitazione all’insegnamento e per la specializzazione sul sostengo, saranno respinte, proprio alla luce di tale chiarimento.
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