In cosa consiste l’abilitazione docenti per insegnare alla scuola secondaria? Secondo il decreto 36 convertito in legge 79/2022, l’abilitazione all’insegnamento nelle scuole secondarie di primo e secondo grado si consegue a seguito dello svolgimento del percorso universitario e accademico di formazione iniziale di almeno 60 CFU/CFA e del superamento della prova finale del suddetto percorso, comprendente una prova scritta e una lezione simulata.
La strutturazione dell’offerta formativa corrispondente a 60 CFU/CFA, si compone di almeno 10 crediti di area pedagogica, necessari per la formazione iniziale, e di attività di tirocinio diretto e indiretto non inferiore a 20 CFU/CFA. Bisognerà anche tenere in considerazione gli aspetti connessi all’inclusione scolastica nonché le specificità delle materie scientifiche, tecnologiche e matematiche. Per ogni CFU/CFA di tirocinio, l’impegno in presenza nelle classi non può essere inferiore a 12 ore. Sarà il Dpcm di luglio chiarire l’esatta strutturazione di tutti i restanti crediti.
Di tirocinio diretto si parla anche in riferimento ai 24 Cfu, che molti docenti dovranno integrare. Leggiamo infatti nella legge 79: fermo restando il conseguimento di almeno 10 CFU/CFA di tirocinio diretto, è comunque riconosciuta la validità dei 24 CFU/CFA già conseguiti quale requisito di accesso al concorso secondo il previgente ordinamento.
L’obiettivo sarà offrire al docente quelle competenze, corrispondenti al Profilo conclusivo delle competenze professionali del docente abilitato, tali che venga favorita la trasformazione digitale dell’organizzazione scolastica e dei processi di apprendimento e insegnamento.
Il conseguimento dell’abilitazione non costituisce titolo di idoneità né dà alcun diritto relativamente al reclutamento in ruolo al di fuori delle procedure concorsuali per l’accesso ai ruoli a tempo indeterminato.
L’abilitazione all’insegnamento nelle scuole secondarie di primo e secondo grado ha durata illimitata.
Coloro che sono già in possesso di abilitazione su una classe di concorso o su altro grado di istruzione e coloro che sono in possesso della specializzazione sul sostegno possono conseguire, fermo restando il possesso del titolo di studio necessario con riferimento alla classe di concorso, l’abilitazione in altre classi di concorso o gradi di istruzione attraverso l’acquisizione di 30 CFU/CFA del percorso universitario e accademico di formazione iniziale, di cui 20 CFU/CFA nell’ambito delle metodologie e tecnologie didattiche applicate alle discipline di riferimento e gli altri 10 CFU/CFA di tirocinio diretto. Per ogni CFU/CFA di tirocinio, l’impegno in presenza nelle classi non può essere inferiore a 12 ore.
Cosa si intende per tirocinio diretto? Ce lo spiega Andrea Gavosto nell’appuntamento di Tecnica risponde LIVE del 27 luglio: “Il tirocinio diretto è quello fatto in classe, con cui si impara veramente a insegnare; quello indiretto è quello fatto presso gli atenei, sono situazioni finte, simulate, che servono magari all’inizio, prima di andare in classe, quando si deve spiegare magari a un candidato quali difficoltà può incontrare con gli studenti. Ma a fare davvero l’insegnante si impara in classe”.
E sulla legge 79 che ha introdotto il tirocinio diretto nel percorso formativo chiosa: “La chiave di volta e la novità di questa legge è proprio il tirocinio diretto: finalmente nella formazione iniziale dei docenti non c’è solo la formazione pedagogico didattica ma anche un’esperienza pratica. Circolano ipotesi di riduzione del tirocinio diretto a vantaggio di quello indiretto – aggiunge – ecco, questo sarebbe un grave errore”.
E in generale, sulle scadenze legate al Pnrr, il presidente di Fondazione Agnelli: “Io credo che oggi sia prioritario portare a casa i decreti attuativi della Legge 79, in particolare il Dpcm di luglio. Consideriamo che compreso il Dpcm, che è cruciale, nella legge 70 ci sono ben sei decreti cruciali, tra i quali quello sul tutoraggio. Dobbiamo definire bene cosa sono questi 60 Cfu o i 30 Cfu”.
Sulla formazione del middle management prevista dalla normativa, Gavosto commenta: “Logica vorrebbe che prima disegnassi i percorsi di carriera e poi facessi la formazione per le figure di sistema. E poi è importante che si investano più risorse per la formazione continua e in servizio”.
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