Nell’articolo si fa riferimento a una lista con 15 nominativi che venne spedita con raccomandata al Ministero dell’istruzione, all’attenzione del Ministro Maria Chiara Carrozza e al direttore generale per l’Università, e inviata anche a Il Fatto Quotidiano. Nella raccomandata compaiono già i nomi degli abilitati, molto tempo prima che i risultati della commissione esaminatrice fossero stati pubblicati. Lo scandalo è quello che i vincitori si conoscono in anticipo, in palese violazione delle regole.
Tra i mittenti della missiva anticipatrice, ci sono diversi nomi di candidati che pur avendo i titoli per ottenere l’abilitazione, sono stati bocciati. Si ricorda che il nuovo sistema di reclutamento voluto dall’ex Ministro dell’Istruzione Gelmini riguardante l’immissione nel ruolo dei professori universitari è basato su un procedimento caratterizzato da due fasi. La prima, come stabilisce l’art. 16 della legge n. 240/2010, è quella della “abilitazione scientifica nazionale”, in cui il candidato è giudicato da un’unica commissione a livello nazionale, per settore concorsuale, per verificarne il possesso dei requisiti per svolgere le funzioni di professore di prima o di seconda fascia, senza alcun limite al numero dei concorrenti abilitabili.
La seconda fase, come dispone l’art. 18 della legge n. 240/2010, è quella che si svolge presso le singole Università, laddove tutti i candidati in possesso dell’abilitazione possono partecipare ad un’apposita procedura di valutazione comparativa (definita dalla legge “chiamata dei professori” o “procedimento di chiamata”) attivata, in sostanza, con un bando pubblico di concorso, e ovviamente in relazione ai posti da coprire per i diversi settori concorsuali e scientifico-disciplinari. Cambiano le regola ma per quanto riportato da Il Fatto Quotidiano le segnalazioni di irregolarità, brogli, parentele e favoritismi continuano a pesare sull’intero sistema.
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