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Abolire Invalsi?

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In altre parole i docenti delle scuole in cui i risultati dei test di valutazione siano stati meno soddisfacenti ed è maggiore il rischio socio-educativo saranno invitati o meglio comandati alla frequenza di corsi di formazione obbligatori. Questa novità ha provocato dure reazioni da parte dei Cobas e del Movimento 5 Stelle. I primi, con un articolo di Piero Bernocchi, dicono: “l’art.16 impone ai docenti, che lavorano nelle zone in cui i risultati dei quiz Invalsi siano inferiori alla media nazionale, l’obbligo di andare “a ripetizioni” di quiz, di partecipare cioè ad un addestramento coatto, ad una sorta di “rieducazione”, che li renda succubi dell’apprendimento tramite indovinelli; e addirittura impone di svolgere tale attività anche “presso imprese..all’interno del contesto aziendale, al fine di promuovere lo sviluppo professionale specifico dei docenti.
Gli insegnanti dovrebbero andare ad apprendere come insegnare i quiz in aziende estranee alla scuola e che per lo più non sanno neanche come salvare se stesse, una volta venute meno le laute sovvenzioni statali”. I secondi, attraverso cinque parlamentari: Maria Marzana, Sergio Battelli, Giuseppe Brescia, Chiara Di Benedetto, Francesco D’Uva, Gianluca Vacca e Simone Valente, tutti componenti della Commissione Istruzione della Camera, hanno tenuto una conferenza stampa durante la quale, tra le altre cose, hanno proposto anche l’abolizione dell’Invalsi.
Una misura che, insieme ad altre auspicate dai deputati pentastellati, darebbe la possibilità di reperire fondi da destinare a misure concrete in favore della scuola. I fondi “dovrebbero essere reperiti attraverso l’abolizione del finanziamento alle scuole paritarie e all’editoria, la tassazione delle rendite finanziarie, la drastica riduzione delle auto blu, la sospensione della missione in Afghanistan, l’abolizione di Invalsi e Indire”.