Abolizione classi pollaio, una riforma difficile perché onerosa.
Un bel banco di prova per il governo del cambiamento e per il Parlamento. Sarà una svolta?
Si legge nel capitolo “Scuola” del “Contratto di Governo” In questi anni le riforme che hanno coinvolto il mondo della scuola si sono mostrate insufficienti e spesso inadeguate, come la c.d. “Buona Scuola”, ed è per questo che intendiamo superarle con urgenza per consentire un necessario cambio di rotta, intervenendo sul fenomeno delle cd. “classi pollaio”.
Il passaggio riguardante le classi pollaio rimanda alla 12^ riga. Quindi praticamente all’inizio. Vorrà dire pur qualcosa!
Si sapeva fin dall’inizio che la controriforma sarebbe costata alcuni miliardi di €. Era sufficiente riflettere sugli 8 miliardi di prelievo forzoso, operato dal duo Gelmini/Tremonti (2008-09).
Una buona parte di questi sono stati ricavati, alzando di un punto il rapporto medio alunni/docente da 8,94 a 9,94 (2008-2012) per una “migliore qualificazione dei servizi scolastici e di una piena valorizzazione professionale del personale docente” (Ridiamo o piangiamo?)
Come sta procedendo l’iter parlamentare? Direi male, malissimo! L’impressione è che il M5s si sia fatto fagocitare dalla logica asfittica delle compatibilità economiche. Quasi sempre il capolinea di questa strategia politica è il binario morto. Pessimista? No realista!
Migliore sintesi di questo stallo politico, che potrebbe precludere all’accantonamento, è fornita da R. Palermo che scrive: “Addirittura si era parlato della possibilità di applicare la legge già dal prossimo settembre, ma non appena arrivata in Commissione la proposta è stata subito ridimensionata dalla stessa relatrice di maggioranza: la legge di bilancio 2019, infatti, non prevede risorse mirate e quindi, nella migliore delle ipotesi, se ne potrà parlare a partire dall’anno scolastico 2020/21. Inizialmente la proposta aveva suscitato grande entusiasmo nel mondo della scuola, entusiasmo che si è via via affievolito anche perchè le risorse necessarie per raggiungere gli obiettivi previsti sono davvero consistenti: poco meno di 400 milioni di euro per il primo anno di applicazione, più di un miliardo per il secondo anno e più di due miliardi a partire dal terzo anno.”
Non dovremo attendere molto. Dal Def, che dovrà essere approvato a fine aprile, potremo capire le reali intenzioni del governo e la sua ferma volontà di abolire le classi pollaio. E purtroppo dall’esecutivo non giungono segnali rassicuranti. Il Ministro Bussetti non ne parla mai. Gli piace giocare facile, rilasciando dichiarazioni sull’ovvio impegno a favore di una scuola inclusiva… E, secondo quanto ha scritto R. alermo, lo stesso Mef ha cassato la proposta come irrealizzabile.
Eppure l’abolizione delle classi pollaio favorirebbe il ritorno della Costituzione nelle aule. Altro che educazione civica o sociale (Gelmini, Aprea)! L’aula tornerebbe ad essere l’ambiente dove si generano e si consolidano gli apprendimenti, le emozioni le relazioni…
In altri termini la formazione dell’uomo e del cittadino (Costituzione italiana).
Tutto il resto è secondario! E’ un accessorio!
Sicuramente l’istruzione costa, ma come ha scritto D. Bok “prova con l’ignoranza”.
di Gianfranco Scialpi
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