Il NO dei nostri lettori all’abolizione del valore legale del titolo di studio è quasi plebiscitario: ad essere d’accordo sulla proposta è infatti solamente un lettore su 7.
In 5 giorni, da lunedì ad oggi, al nostro sondaggio hanno risposto più di 3mila lettori distribuiti fra nord (35%), centro (22%) e sud (43%), in larga misura docenti (70%).
Alla domanda “Si dovrebbe abolire il valore sia della laurea sia del diploma?”, l’82% ha risposto che non si devono toccare né diplomi né lauree anche se va detto che una piccola percentuale del 7,5% sarebbe d’accordo sulla abolizione del valore legale dei diplomi.
La proposta lanciata dal Salvini nei giorni scorsi, ma subito stoppata dallo stesso ministro Marco Bussetti, non convince affatto i nostri lettori: poco meno della metà di loro pensano infatti che un eventuale provvedimento in tal senso potrebbe accentuare ulteriormente il divario fra i diversi atenei.
Alle domande ha risposto un campione sufficientemente rappresentativo dei nostri lettori: il 47% sono maschi e il 53% donne; il 40% ha una età fra i 40 e i 55 anni, mentre il 45% ha più di 55 anni (il restante 15% è più giovane).
Il nostro sondaggio, pur senza pretese di scientificità, è quindi indicativo di una linea di tendenza che nel mondo della scuola è certamente molto diffusa.
Si tratta ora di capire se Salvini vorrà comunque continuare a procedere su questa strada o se preferirà abbandonare l’idea, tenuto anche conto del fatto che ormai il M5S non sembra più assolutamente intenzionato a sostenere il progetto, come era invece fino ad alcuni anni addietro.
C’è anche da osservare che, alla resa dei conti, l’abolizione del valore legale del titolo di studio non modificherebbe più di tanto le dinamiche del mercato del lavoro privato, in quanto già oggi, per le nuove assunzioni, le aziende si servono di proprie procedure di selezione che poco tengono conto di voti di laurea o di diploma.
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