Politica scolastica

Abrogazione chiamata diretta, Bianca Granato (M5S) continua a crederci

Sulle difficoltà che il ddl sulla chiamata diretta sta incontrando alla Camera, la senatrice Bianca Granato, prima firmataria della proposta stessa, si mostra davvero irritata: “Questo disegno di legge – sottolinea al telefono la senatrice pentastellata – è veramente il minimo sindacale per portare un po’ di pace sociale nel mondo della scuola, dopo le tempeste scatenate dalla legge 107. Chiamata diretta e ambiti territoriali sono misure incostituzionali incompatibili con il dettato dell’art.33 della Carta; si tratta anzi di misure che hanno precarizzato una intera categoria di lavoratori che già subiscono un trattamento salariale indecoroso”.

Gli stipendi europei sono irrealizzabili

Prosegue Granato: “Pensavo che, dopo la parentesi Fedeli, il PD sarebbe entrato nell’ordine di idee di fare un po’ di passi indietro. Dispiace invece notare che, a fronte di promesse del tutto irrealizzabili che ogni giorno leggiamo sui giornali come per esempio gli aumenti stipendiali da 1000 euro al mese per i docenti, il PD non è addivenuto a più miti consigli in modo da poter rimediare a tutti i danni fatti alla scuola dalla legge 107”.
Senatrice, ma a cosa si riferisce quando parla di aumenti da 1000 euro al mese?
“Sempre più spesso esponenti del PD parlano di stipendi europei per i docenti e, come si sa, in Europa un docente ha una retribuzione di almeno 2.500 euro al mese e non di 1.500 come in Italia”.

Torniamo al disegno di legge sull’abolizione della chiamata diretta. Nel concreto cosa potrà accadere ora in Commissione Cultura della Camera?
“Io spero che i nostri omologhi della Camera si spendano senza risparmio su questo. Confido sulle capacità della relatrice Virginia Villani, del capogruppo Paolo Lattanzio e del presidente della Commissione Gallo”.
“Anche perché – conclude Granato – noi abbiamo finora tenuto una condotta molto rispettosa delle prerogative parlamentari degli alleati di governo e meritiamo lo stesso rispetto se non altro per il mondo della scuola che ci ha dato fiducia su questo”.

Reginaldo Palermo

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