La CilsScuola non ci sta e risponde a stretto giro di posta all’articolo di Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera che aveva ventilato, sull’utilizzo improprio della legge 104, una certa connivenza del sindacato. E la CislScuola tuona: non fosse altro perché i primi a lamentarsene sono coloro che da comportamenti anomali e abusi di quel genere finiscono per essere in prima persona penalizzati, cioè altri lavoratori dello stesso settore in cui il sindacato opera e che non avrebbe proprio alcun interesse a ignorare o trascurare.
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La verità è che quando si tratta di dare applicazione a una norma di legge, il sindacato non ha molto spazio per intervenire. Tutte le volte che ci ha provato, tentando di porre argine ai possibili abusi nelle tutele garantite dalla legge 104 ha dovuto ripiegare, perché ogni limitazione per via contrattuale di quanto la norma prevede è fatalmente destinata a soccombere in sede di contenzioso. Poiché inoltre non è certo il sindacato a rilasciare le certificazioni che attestano l’esistenza dei requisiti di accesso ai benefici della 104, perché gli strali non vengono lanciati nella direzione giusta, indirizzandoli cioè alle strutture del sistema sanitario preposte ad accertare le situazione di disabilità? Forse perché prendersela col sindacato fa oggi più tendenza, e garantisce più audience?
Diamo piena e totale disponibilità al dott. Stella per fare insieme una verifica su quali e quante opportunità si rendano disponibili al fine di disciplinare, attraverso la contrattazione, l’applicazione della legge 104 e il contrasto ai suoi eventuali abusi. Nel frattempo lo invitiamo anche a prendere visione direttamente, e non per sentito dire, del lavoro che ogni giorno si svolge in una sede territoriale del sindacato: si renderà così conto, fra l’altro, che in quella domanda (“Ce l’hai la 104?”) con cui chiude il suo pezzo non c’è assolutamente alcuna connivenza né incitazione, esplicita o implicita, agli utilizzi impropri delle norme di legge.
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