Stando a uno studio dell’Osservatorio nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza (Paidoss) presentato in anteprima all’International pediatric workshop che si è chiuso il 7 giugno a San Pietroburgo, sono 100 mila, circa l’1% del totale, gli under 18 italiani presi in carico dai servizi per abusi, mentre altri 700 mila, secondo le stime, subiscono violenze non denunciate.
Il pericolo si annida tra le mura domestiche, con l’autore dei maltrattamenti che nell’80% dei casi è la madre e nel 10% il padre. Incuria e trascuratezza fisica o affettiva predominano (53%), gli abusi sessuali sono il 13% mentre il 17% assiste a violenze in famiglia pur non subendole in prima persona.
A rischio sono soprattutto i più piccoli: l’età media delle vittime è di 4-6 anni, e se le bimbe patiscono più spesso trascuratezza e abusi, i bimbi sono bersaglio di maltrattamenti. La salvezza passa in primo luogo da maestre e medici. La segnalazione degli abusi, infatti, la metà delle volte arriva dalla scuola o dal pediatra, e in un caso su quattro dai servizi sociali o da uno dei genitori.
Il 43% dei 300 pediatri di famiglia intervistati per l’indagine di Paidoss ha segnalato maltrattamenti su minori, in un caso su tre nell’ultimo anno e due volte su tre mettendo al corrente i servizi sociali.
Di fronte a queste situazioni, tuttavia, i pediatri non si sentono ben preparati. Il 90% vorrebbe essere più aggiornato su cause, diagnosi e cure del maltrattamento minorile, l’80% non si ritiene competente e non conosce bene le leggi al riguardo, il 70% pensa di avere poco tempo per una valutazione corretta. Il 62%, inoltre, teme di non essere abbastanza tutelato in caso di sospetti non confermati e preferisce delegare agli esperti.
E così il 20% dei pediatri ammette di avere avuto sospetti, ma di non averli segnalati nel timore di sbagliare. «Il pediatra è una ‘sentinella’ della salute del bimbo: dobbiamo aumentare le sue conoscenze perché possa decidere se e come sporgere una segnalazione in modo efficace, a maggior ragione oggi che, per colpa della crisi economica, sono sempre di più i minori che vivono in condizioni di indigenza e di deprivazione sociale, in cui abusi e maltrattamenti sono più probabili», ha detto Giuseppe Mele, presidente di Paidoss e della Società italiana medici pediatri, secondo cui «salvare un piccolo dagli abusi è indispensabile, perché le ripercussioni sono gravi e possono avere effetti negativi su tutta l’esistenza: un minore vittima di abusi sarà più spesso un adulto problematico, che potrebbe replicare sui propri figli gli stessi comportamenti».