I casi di abusi (reali o presunti) su minori sembrano in aumento, o perlomeno sono in aumenti i casi di cui si ha notizia attraverso i mezzi di informazione.
La fascia più colpita sembra essere quella dei bambini degli asili nido o delle scuole dell’infanzia tanto che ormai c’è chi sostiene che in queste scuole le videocamere dovrebbero essere pressoché obbligatorie.
Un “censimento” completo del fenomeno è difficile, anzi impossibile perchè spesso i casi non arrivano sulle pagine dei giornali nazionali ma si fermano su quelle della stampa locale.
Come, ad esempio, i fatti, piuttosto inquietanti che sarebbereo accaduti addirittura tre anni fa in una scuola dell’infanzia alla periferia di Ivrea dove l’autorità giudiziaria, dopo indagini durate più di tre anni, ha deciso di notificare due avvisi di garanzia ad un collaboratore scolastico precario e ad una insegnante di ruolo.
Il caso sta facendo parlare soprattutto perchè – per quanto se ne sa – le persone coinvolte sono tuttora in servizio (il collaboratore in altra scuola e la maestra nello stesso plesso) e la cosa sembra non essere molto gradita alle famiglie.
Va detto che in casi come questi l’autorità giudiziaria, nel momento in cui firma l’avviso di garanzia, provvede anche a darne notizia all’ufficio da cui dipende l’insegnante o il collaboratore.
Esattamente come era accaduto poco più di un anno fa in una scuola primaria sempre vicina ad Ivrea dove due maestre erano state sospese dall’insegnamento per essere poi reintegrate quando l’autorità giudiziaria aveva deciso di archiviare il caso senza nessun rinvio a giudizio.
Quanto all’impiego delle videocamere non bisogna dimenticare che – almeno fin ad ora – il Garante per la Privacy ha sempre espresso parere contrario. Ovviamente, resta salva la facoltà per la Magistratura di disporre – caso per caso – l’installazione di strumenti per le riprese.
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