La notizia secondo cui la Commissione europea ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia europea per l’abuso dei contratti termine del personale scolastico sta già provocando reazioni in campo politico e sindacale.
Pronta la presa di posizione del ministro Valditara che ha già detto di essere ben consapevole della necessità che di ridurre il ricorso dei contratti a termine di fare sì che “i docenti precari abbiano gli stessi scatti di anzianità degli insegnanti di ruolo, in nome di una piena parificazione dei diritti”.
“Abbiamo sottoposto da tempo alla Commissione la necessità di rivedere il sistema di reclutamento dei docenti italiani previsto da un’intesa fra la Commissione e il precedente governo, superando le rigidità della riforma PNRR che creano un’oggettiva discriminazione a danno dei docenti precari e non tengono conto dei numeri del precariato che sono cresciuti negli scorsi anni”.
“Premesso che la decisione della Commissione europea si riferisce a tutto il pubblico impiego, noi siamo fermamente intenzionati e impegnati a risolvere problemi creati e lasciati irrisolti da precedenti governi in cui Pd e M5S hanno avuto ruoli decisivi. Il precariato, con i problemi connessi, non è nato oggi. Aggiungo che questo Governo ha una visione ampia e strategica della scuola italiana, che sta portando avanti in tutte le sedi. L’opposizione fa solo polemiche strumentali e sterile propaganda”, ha aggiunto il ministro, come riporta AgenParl.
“In relazione alla decisione della Commissione europea sul precariato va detto che questo Governo è impegnato per risolvere questo annoso problema. Abbiamo ereditato dai governi precedenti una situazione alquanto negativa che è andata peggiorando con il passare degli anni. I diritti dei precari vanno difesi anche adottando misure più flessibili che possano coesistere con la riforma del PNRR. Non è con le sterili polemiche dell’opposizione che si può risolvere questa complessa questione che da tanto tempo è uno dei maggiori problemi della scuola italiana“, questo quanto dichiara la Sottosegretaria all’Istruzione e al Merito, Paola Frassinetti.
Secco il comunicato della segretaria generale di Flc-Cgil Gianna Fracassi che osserva che siamo ormai arrivati ad avere nella scuola 250 mila precari tra personale docente e ATA.
“Questa – dichiara Fracassi – è la misura del fallimento dei governi che si sono succeduti e che hanno consentito e continuano a consentire che 1 lavoratore su 4 nella scuola sia a tempo determinato. Bisogna agire molto rapidamente e la procedura di infrazione non fa altro che certificare una condizione che come FLC CGIL abbiamo sollevato in questi anni”.
Per la dirigente sindacale “le chiacchiere su questo stanno a zero”.
“Prima di tutto – conclude – occorre immettere in ruolo tutti i docenti e su tutti i posti vacanti e disponibili, e fare lo stesso per il personale ATA; è necessario poi stabilizzare i posti di sostegno che sono oltre 130 mila e procedere rapidamente a garantire delle prospettive certe a chi oggi tiene in piedi la scuola”.
Ecco cosa ha detto Ivana Barbacci, segretaria generale Cisl Scuola: “Non sono purtroppo una novità le questioni su cui, a quanto si apprende dagli organi di informazione, si potrebbe avviare una procedura di infrazione sull’abuso di lavoro precario e sulla discriminazione che subisce chi, lavorando con contratti a tempo determinato, non si vede riconosciuta la progressione di anzianità prevista per il personale di ruolo. Fattispecie, quest’ultima, già oggetto di contenziosi, sostenuti anche dalla CISL Scuola, che hanno visto soccombente l’Amministrazione. Il principio della non discriminazione è peraltro alla base della norma che, recentemente, ha previsto di estendere la card docenti anche ai supplenti annuali.
“Si tratta ora di vedere in che modo governo e parlamento daranno seguito alle decisioni che assumerà la Corte di Giustizia, mettendo fine alla latitanza che si è registrata rispetto a precedenti richiami. C’è anche un aspetto ai limiti del paradosso, in questa vicenda: la Commissione Europea che avvia la procedura di infrazione è la stessa che da anni si oppone, come è noto, a soluzioni legislative che vadano nel senso indicato dalla CISL Scuola per quanto riguarda il reclutamento, imponendo di fatto di procedere con modalità di reclutamento fallimentari, esse stesse fonte di ricorso inevitabile al lavoro precario, in assenza di alternative da noi indicate, ma respinte ‘perché l’Europa non vuole’. Difficile calcolare con precisione i possibili costi economici, mentre è ancora più evidente la necessità di irrobustire la dotazione di risorse per il prossimo CCNL del comparto. Sull’abuso di lavoro precario, siamo di fronte anche in questo caso a una questione non nuova, che in passato vide addirittura il tentativo di risolvere il problema scaricandone le conseguenze sui diretti interessati, ipotizzando un assurdo divieto di conferire una nuova supplenza dopo tre anni. Dando per scontato che non possa essere questa la risposta, ho solo da ribadire richieste che stiamo facendo da tempo: stabilizzare i posti in organico, rendendo possibile la loro copertura con personale di ruolo, rimuovere le disposizioni che impediscono di assumere su tutti i posti vacanti, rivedere il sistema di reclutamento, perché chi lavora precariamente abbia opportunità di rendere a tempo indeterminato il proprio rapporto di lavoro, attraverso un canale di assunzione che valorizzi l’esperienza maturata, da riconoscere come fattore rilevante di crescita professionale. Superare la precarietà prolungata sarebbe in realtà, a ben vedere, la chiave per risolvere positivamente, in un colpo solo, le due questioni oggetto di infrazione. Nell’incontro che avremo martedì col ministro non mancheremo certo di porre sul tavolo anche questi temi”.
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