Se andate a spulciare una biografia di Santa Teresa D’Avila scoprirete che è morta nella notte tra il 4 e il 15 ottobre 1582. Come è possibile? Una notte lunga undici giorni (e un’agonia lunghissima)?
In realtà si tratta di una singolare coincidenza: proprio il 4 ottobre 1582 entrava in vigore il calendario Gregoriano che aveva il compito di correggere il piccolo, ma significativo, errore di quello giuliano. Istituito da Giulio Cesare nel 46 a.c. il calendario giuliano non considerava che l’anno solare non dura esattamente 365 giorni, bensì 365 giorni e poco più di 5 ore. Ciò significa che ogni 128 anni il calendario giuliano perdeva circa un giorno.
Nel corso del XVI secolo questo scarto era arrivato dunque a 11 giorni e la differenza iniziava a farsi sentire: in una società che osservava costantemente le stelle e gli eventi astronomici come solstizi ed equinozi, per ragioni religiose, per motivi pratici, legati ai cicli dell’agricoltura e con una costante attenzione all’astrologia e agli oroscopi, l’imprecisione del calendario giuliano era un problema concreto.
Fu così che nel 1582 papa Gregorio XIII, incalzato da una schiera di astronomi e matematici, fra i quali ricordiamo Padre Ignazio Danti, decise di modificare il calendario in uso e, oltre a proporre un nuovo calendario impose che dal 4 ottobre si passasse direttamente al 15 per colmare il ritardo accumulato nei secoli.
Fu una riforma audace che oggi ci ricorda quanto astronomia e astrologia fossero importanti in un mondo che era appena stato investito da quella rivoluzione scientifica che lo avrebbe cambiato per sempre.
In Italia conserviamo molti gioielli che ci aiutano a dare forma al nostro passato: in questo caso, in Sicilia, esiste un luogo unico che rappresenta oggi l’importanza del calendario e della misurazione del tempo: si tratta della “Sala del Calendario”, realizzata nel 1723 e basata sull’opera del frate domenicano, matematico e astronomo Benedetto Maria Del Castrone. L’affresco suggestivo che decora questa splendida sala copre un arco temporale che va dal 1700 al 2192. Una porta perpetua del tempo sulla quale campeggia la scritta: Iani porta.
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