L’assemblea sindacale dell’IC 20 di Bologna ha deciso – come molte scuole italiane – di individuare una parte del Fondo d’Istituto per sostenere il personale Ata per i periodi in cui sarà in malattia e non verrà sostituito.
Infatti da quasi 2 anni è in vigore una norma (art. 1 comma 333 della Legge di Stabilità dell’epoca) che proibisce di sostituire i collaboratori scolastici per la prima settimana di assenza e il personale di segreteria per qualunque assenza (la stessa norma proibisce anche di supplire gli insegnanti per il primo giorno di assenza). Questa disposizione ha portato come conseguenza grossi problemi di vigilanza e pulizia nelle scuole mentre rallenta in maniera rilevante molti lavori di segreteria, oltre ad aggravare il carico di lavoro del personale.
L’unico strumento per far fronte all’emergenza è sostenere economicamente il lavoro straordinario del personale collaboratore e di segreteria che si trova a coprire parte del lavoro degli assenti. Così, in un’ottica di condivisione, l’assemblea di insegnanti, collaboratori e personale di segreteria ha deciso di stornare una cifra per fare fronte alle emergenze create da questa legge.
Ovviamente queste somme sono state sottratte agli usi cui erano destinate: progetti didattici, incarichi di tutoraggio, attività di recupero dei bambini in difficoltà. In questa situazione incresciosa però ogni scuola si trova a dover decidere cosa fare, e la continuità amministrativa e di pulizia e vigilanza ci è parsa altrettanto importante.
Tutta l’assemblea però è concorde nel deplorare questa situazione in cui la legge ci ha gettato, caricando sulla responsabilità delle singole scuole e dei lavoratori un compito e un onere cui sarebbe tenuta l’amministrazione dello stato e quindi il governo in carica. Ci autotassiamo per fare andare avanti la scuola. E’ una vergogna.
Chiediamo che la norma venga cassata al più presto! Abbiamo scritto queste righe perché siamo stanchi di coprire in silenzio le scelte politiche compiute contro la scuola e vogliamo che la società civile, a partire dai genitori dei nostri allievi, sappiano cosa sta succedendo. Chiediamo ai sindacati di prendere la parola pubblicamente contro questa assurdità, e di non lasciare questo peso unicamente sulle spalle dei lavoratori delle singole istituzioni.