Salvatore Accardo, violinista e direttore d’orchestra di fama mondiale, alla vigilia della consegna del Premio Pordenone Musica 2024, ha dichiarato all’Ansa: “La musica mette in comunicazione persone che parlano lingue diverse, aiuta i giovani a crescere e perfino a superare difficoltà di salute. Eppure, in Italia manca ancora un’educazione musicale adeguata nelle scuole”.
Sulle sue stesse corde anche Riccardo Muti, il grande direttore d’orchestra noto in tutto il mondo, il quale nel corso di una intervista ebbe a dire che è paradossale come nella Patria del bel canto, del melodramma, della musica colta, dei grandi compositori non si studi nelle scuole con la dovuta attenzione e impegno la storia della musica; e non solo relativamente ai compositori, ma anche ai testi e dunque agli scrittori che hanno fatto grande l’opera lirica, quella che Peter Brook chiamava, “teatro sacro”.
Accardo, che ha contribuito alla formazione di intere generazioni di musicisti, ha aggiunto: “Insegno da più di 50 anni e ho visto passare centinaia di giovani. La musica li tiene lontani da alcuni problemi. In cinquant’anni di insegnamento non ho mai avuto un allievo coinvolto in problemi di tossicodipendenza. Questo dovrebbe far riflettere chi non comprende il valore della musica per i ragazzi”.
In ogni caso, alla ribalta internazionale e ai successi, Accardo ha sempre affiancato l’impegno per la didattica, fondando corsi di perfezionamento della Fondazione Stauffer di Cremona e ogni estate insegna all’Accademia Chigiana di Siena: “La passione per la musica nasce con l’ascolto e cresce con l’insegnamento giusto. Un buon maestro può accendere una vocazione”.
La musica, per Accardo, non è solo una vocazione, ma anche uno strumento terapeutico: “Molti ragazzi con problemi di salute migliorano ascoltando la musica, in particolare quella di Mozart. È un linguaggio che arriva dritto al cuore. Quando le mie figlie gemelle, Ines e Irene, erano piccole, ascoltavano Il Flauto Magico e si emozionavano profondamente. Irene ha poi scelto di studiare pianoforte e ha molto talento”.
“Bisogna avere umiltà e rispetto per i compositori e le loro opere. Come diceva David Fëdorovič Ojstrach, siamo solo un tramite tra il compositore e il pubblico: il nostro compito non è dimostrare quanto siamo bravi, ma capire che siamo fortunati a fare questo lavoro: servire la musica, senza mai servircene”
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