L’11 maggio a Torino alle ore 14.30, presso la Galleria d’Arte Moderna, ci sarà l’incontro “Cercatori di futuro”: oltre alla premiazione dei vincitori, ci sarà la testimonianza di personalità del mondo imprenditoriale, scientifico, sportivo, che racconteranno come sono riusciti a realizzare il loro sogno.
Ecco il racconto premiato del prof Marco Pappalardo
Carissimi Studenti,
oggi desidero raccontarvi un sogno. Sapete, anche i Prof. sognano, quindi dormono, e la mattina fanno pure fatica ad alzarsi per andare a scuola! Ho sognato di essere in visita di istruzione con voi e di entrare in un negozio che vendeva articoli per la scuola e “tutto per il Prof. che non deve chiedere mai”. Incuriosito, sono entrato, e ho visto un’esposizione di scatole con grandi etichette. Il commesso mi mostrò le scatole molto colorate e di formato diverso. «Questa rossa – disse – contiene un apparecchio che corregge i compiti da solo, senza che lei faccia fatica; questa gialla, invece, ha degli auricolari che le permetteranno di ascoltare con attenzione solo le domande degli alunni che riterrà opportune e non le solite questioni sul senso della vita, sull’amore, ecc.; quella nera è la scatola “delle torture” e vi sono gli strumenti migliori per umiliare uno studente o metterlo in difficoltà; la scatola verde contiene un bonus per essere sostituito per metà dell’anno da un collega; grande era la scatola azzurra che conteneva i migliori strumenti tecnologici del momento per fare lezioni straordinarie con il minimo sforzo».
L’uomo continuò a mostrarmi la merce e persino un aggeggio che permette di leggere i pensieri degli studenti subito prima di un’interrogazione decisiva o subito dopo un cattivo voto! Quando chiesi il prezzo di tutta questa roba, rimasi stupito che fosse tutto gratis tranne la scatola bianca! Era l’unica che non avevo visto, domandai di mostrarmela e il commesso disse: «Che senso ha? Perché se tutto è gratis, lei vuole vedere proprio quella? Non vede che è tutta impolverata e non la vuole mai nessuno? Lasci perdere». Se una cosa ho imparato da voi, Carissimi Ragazzi, è la sana curiosità e il non essere molto ubbidiente, così ho insistito.
Leggendo l’etichetta ingiallita cominciai a commuovermi, poiché vi era scritto il nome di ciascuno di voi, dei compagni di altre classi, di quanti sono stati miei alunni in passato e persino di alcuni che non conoscevo. A quel punto tentai di aprirla, ma il commesso mi disse che questa si doveva comprare chiusa e senza sconti. Non esitai e firmai persino un assegno davanti all’uomo compiaciuto dell’affare fatto, che mi salutò: «Complimenti! Non è la prima che vendo e spero non sia l’ultima.
Mi auguro non sia pesante da portare per lei, poiché ho visto alcuni non farcela e abbandonarla poco dopo». Ringraziai e uscii; girai l’angolo, mi fermai e sedetti su un muretto per aprirla subito, tolsi il coperchio e…DRIIIIN!!! Mi sono svegliato puntuale con la sveglia! Vi chiederete se mi dispiace non aver visto il contenuto. No, Carissimi Amici, non mi dispiace, poiché ho capito che ogni giorno apro questa scatola nel confronto con voi, ne vedo il contenuto nei vostri sguardi, nella condivisione di gioie e dolori, dentro e fuori la scuola, studiando e lavorando per voi. Ed è bello sapere che non è un sogno qualunque, ma un sogno con i piedi per terra e lo sguardo in cielo!
Marco Pappalardo
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