Sono preoccupati i medici della Società Italiana di Medicina Legale – SIMLA che scrivono al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, a proposito dell’esclusione del medico legale dall’accertamento dell’età dei minori stranieri non accompagnati.
Dicono i medici, operativi da decenni sul campo, che sul territorio italiano esistono protocolli convalidati dalle autorità sanitarie, giudiziarie e amministrative e sono stati affrontati nel tempo migliaia di casi.
“La nostra inquietudine si concentra, in particolare, sulla parte del decreto relativa agli accertamenti dell’età dei minori stranieri non accompagnati che riprende l’infelice esito della Conferenza Stato Regioni del 2020 nel quale si escludeva la figura del medico legale dal protocollo multidisciplinare”.
La comunicazione al Governo nasce all’indomani delle notizie di stampa sul DL su immigrazione e protezione internazionale di prossima pubblicazione.
La competenza della medicina legale nella complessa procedura della stima dell’età è ampiamente documentata da numerosissimi contributi scientifici, che trovano conferma nei numeri sul campo, da Milano a Torino, che sono delle punte di eccellenza, ma anche nel resto d’Italia: in Piemonte, ad esempio, c’è un protocollo tra diverse istituzioni, operativo dal 2018, che ha visto l’Istituto Universitario di Medicina Legale di Torino, diretto dal prof. Giancarlo Di Vella, operare su oltre 3 mila casi.
Le varie metodologie incluse nei protocolli consistono in una serie di attività medico legali e radiologiche forensi che prevedono una visita medica completa per valutare lo stato di salute generale ed individuare se vi sono o vi possono essere patologie in grado di alterare la stima dell’età, oltre ad ispezioni più specifiche, come quella dentale per esempio, e se necessario, si prevede la radiografia del segmento polso-mano sinistra e in ultima analisi, si può eventualmente procedere ad indagini di imaging sulle clavicole, con estrema attenzione rispetto a effetti derivati dall’esposizione alle radiografie.
L’applicazione delle metodiche riconosciute dalla SIMLA tiene conto delle attuali evidenze scientifiche che vanno considerate nel contesto specifico del sospetto minore e calibrate sulla base dell’etnia di riferimento: un procedimento base attraverso il quale la medicina legale unisce i principi del diritto con la scienza medica, così mettendo al servizio della persona e della società le proprie competenze professionali, evitando personalismi o automatismi.
L’assenza del medico legale da questi accertamenti porterebbe, come già visto in passato, ad un enorme rischio di erronee valutazioni dell’età del migrante. La stima dell’età è rilevante per molteplici ragioni: per esempio potrebbe emergere che il minore sia in effetti maggiorenne, possa avere un’età piuttosto che un’altra per essere iscritto ad una certa classe nella scuola dell’obbligo, possa eventualmente accedere a percorsi formativi più adeguati proprio in base all’età, possa entrare nel circuito dell’affidamento e soprattutto possa ricevere le cure e terapie adeguate se si evidenziano problemi di denutrizione, cronicità dovute a problematiche diffuse per esempio in molte zone dell’Africa, come la malaria, o altre eventuali criticità da affrontare nell’immediato.
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