In Francia, come riporta Open, una proposta di legge arrivata all’Assemblée Nazionale dal deputato centrista Laurent Marcangeli del gruppo Horizons, parla di un possibile divieto di uso dei social media per ogni adolescente al di sotto dei 15 anni, immaginando multe, dopo una serie di controlli e verifiche.
E in Italia? A parlare di una proposta simile è stata, in un comunicato stampa, Carla Garlatti, titolare dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza. “A proposito dell’età minima per accedere ai social l’Italia dovrebbe imitare la Francia. L’Assemblée nationale discuterà infatti una proposta per innalzare il limite a 15 anni. Nel nostro Paese è a 14 e andrebbe alzato a 16, come propone l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza sin dal 2018”.
“È opportuno che il legislatore o il governo italiano trovino lo stesso coraggio, presentando una proposta di legge per alzare l’età per il consenso digitale al trattamento dei dati dei minorenni senza l’intervento dei genitori”. Ma come fare per evitare violazioni?
L’autorità garante parla di una sorta di Spid: “Modificare il limite minimo per l’accesso ai social però non basta perché, lo sappiamo tutti, esso può essere facilmente aggirato. Per questo, al termine di un tavolo di lavoro coordinato dal Ministero della giustizia, insieme ad Agcom e Garante privacy abbiamo proposto l’introduzione di una sorta di Spid. Si tratta in pratica di istituire un nuovo sistema per la verifica dell’età dei minorenni che accedono ai servizi digitali, basato sulla certificazione dell’identità da parte di terzi, così da mantenere pienamente tutelato il diritto alla privacy”.
In fase di iscrizione ad una piattaforma è in effetti semplice dichiarare un’età diversa da quella effettiva. La proposta di legge francese prevede che siano le piattaforme a verificare, pena sanzioni, usando le tecniche di verifica certificate dall’Autorità di regolamento della comunicazione audiovisiva, l’Arcom, i dati anagrafici. Ecco il commento della titolare dell’autorità garante: “Un’ipotesi che va nella direzione giusta, in quanto responsabilizza i provider e li obbliga a verifiche più efficaci”, conclude Garlatti.
Nel frattempo, come riporta SkyTg24, si parla dell’introduzione, a breve, di un limite al tempo di utilizzo giornaliero dell’app per i minorenni. Gli utenti che hanno tra i 13 (l’età minima richiesta per iscriversi) e 18 anni vedranno l’app oscurarsi una volta raggiunti i 60 minuti di utilizzo giornalieri. Per continuare a usare la piattaforma sarà sufficiente inserire un codice che permetterà di tornare a scrollare il feed. La novità verrà introdotta nelle prossime settimane, come ha reso noto il social network.
Sarà TikTok stessa a scegliere il codice e non gli utenti, che avranno – anche i minorenni – la possibilità di disabilitare limite di tempo, ma una volta raggiunti i 100 minuti d’uso riceveranno un avviso che chiede loro di reimpostarlo.
Non si arresta la polemica sulle “lezioni di manganello”, su cui Avs presenterà un’interrogazione parlamentare,…
"Spero davvero che, senza nulla togliere ad Halloween, questa tradizione della festa dei morti dedicata…
"Urge fare entrare lo studio della storia contemporanea nelle scuole affinché i fatti accaduti nel…
La scuola allo schermo: si intitola così un interessante progetto dell’Indire per promuovere nelle scuole…
Nelle scuole elementari e medie del Giappone sempre più ragazzi disertano le lezioni, per il…
La Flc Cgil è scesa in piazza, giovedì 31 ottobre, per uno sciopero generale che…