Arriva la conferma della ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini (Forza Italia): si va verso l’abolizione del numero chiuso per l’accesso alla facoltà di Medicina, così come chiede da tempo il leader della Lega Matteo Salvini. Lo ha dichiarato la ministra oggi, in una lettera inviata a Il Corriere della Sera.
Il ministero dell’Università ha appena istituito una commissione che avrà il compito di studiare le nuove modalità di accesso, finora programmato a livello nazionale. La commissione dovrà fornire proposte alla ministra entro la primavera. Intanto quest’anno, dal 13 di aprile, l’accesso avverrà con il nuovo Tolc come previsto dalla riforma dell’ex ministra Cristina Messa.
“Non più una selezione destinata a condizionare le scelte di una vita, ma un percorso di orientamento consapevole, maturo e motivato. Anche questo vuol dire difendere il diritto allo studio: offrire ai ragazzi occasioni per mettersi alla prova, superando lo scoglio di un’unica opportunità d’accesso. Un positivo inizio che affronta un aspetto delle criticità in ingresso alla facoltà di Medicina, ma di certo non risolve il tema dei temi: il numero chiuso”, ha scritto la Bernini.
La commissione Bernini dovrà “esaminare ed approfondire le criticità afferenti alla carenza di medici e professionisti sanitari nell’ambito del Servizio sanitario nazionale, a misurare l’entità del fenomeno e a individuare le cause e le possibili soluzioni, con particolare riferimento alla necessità di garantire un acceso sostenibile alle professioni sanitarie”. Si cercherà, dunque, di accogliere tanti aspiranti medici sulla base di quanti ne richiedono effettivamente ospedali, studi e ambulatori.
“Mancano i medici, manca il personale sanitario come la pandemia ha evidenziato. Eppure non possiamo aprire in automatico le porte delle università a tutti. Oggi abbiamo la necessità di capovolgere il meccanismo: partendo dal nuovo fabbisogno effettivo di medici e sanitari, dobbiamo adeguare le capacità e l’offerta potenziale del sistema universitario. È con questo approccio che abbiamo istituito al ministero dell’Università e della Ricerca un gruppo di lavoro con tutti gli attori in campo, dal mondo accademico, al ministero della Salute, alla Conferenza delle Regioni che, insieme agli ordini professionali, definiscono il fabbisogno di medici”, ha continuato, esponendo il criterio che verrà usato.
Ecco quali saranno i componenti della squadra, presieduta da Eugenio Gaudio, ex rettore all’Università La Sapienza di Roma: Massimo Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome; Salvatore Cuzzocrea, presidente della Crui; Carlo Della Rocca, presidente della Conferenza Permanente delle Facoltà e Scuole di Medicina e Chirurgia; Gianluca Cerracchio, direttore della Direzione Generale degli Ordinamenti della formazione superiore e del diritto allo studio del ministero dell’Università e della Ricerca; Rossana Ugenti, direttore della Direzione Generale e dell’Ufficio delle risorse umane del Servizio sanitario nazionale del Ministero della Salute.
Quali saranno le tempistiche? Quali gli obiettivi? “Siamo partiti con un obiettivo chiaro: individuare un ‘accesso sostenibile’ a Medicina che sia una risposta alla richiesta attuale di professionisti da parte del servizio sanitario e del mondo produttivo, compresa l’industria farmaceutica, biomedicale, delle scienze della vita, e che al tempo stesso consideri la capacità di risposta dei nostri atenei. Lo stesso deve ovviamente valere per le scuole di specializzazione, il cui ingresso va organizzato sul fabbisogno del Paese. Con la collaborazione di tutti vogliamo, entro il primo trimestre di quest’anno, offrire una prima risposta per definire un programma di accesso alla facoltà di Medicina ragionato ed efficace”, ha concluso la ministra Anna Maria Bernini.
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