Accettare il sostegno è stato obbligatorio

Ho letto l’intervista del sottosegretario Davide Faraone in cui egli afferma: “Non insegnanti – come purtroppo ce ne sono, ma per fortuna non sono in molti – che usano il sostegno come una scorciatoia miserevole per entrare in ruolo”.

ATTENZIONE, c’è chi come mio marito che mai avrebbe accettato il ruolo sul sostegno, dopo 10 anni di precariato come insegnante di educazione fisica, eppure grazie alla roulette russa delle fasi 0, A, B e C è stato costretto ad accettare il ruolo sul sostegno nella fase O (quindi con un punteggio alto) altrimenti sarebbe stato cancellato definitivamente dalle GaE.
Infatti, pur essendoci posti disponibili per la propria disciplina nelle fasi successive (già dalla fase A), l’iniquità delle assegnazioni, che non sono avvenute in base al punteggio, ma alle fasi delle assunzioni previste dalla riforma, ha costretto chi più specializzato e con punteggio maggiore ad azzerare in un attimo tutta la sua esperienza e professionalità e accettare suo malgrado, il ruolo sul sostegno nella fase O.
Dopo aver fatto sacrifici per anni di precariato, durante il quale ha maturato una lunga esperienza, ha seguito corsi di perfezionamento e formazione e si è specializzato anche sul sostegno per acquisire le competenze adeguate ad insegnare correttamente la sua disciplina anche agli alunni diversamente abili, aimè è arrivata la beffa.
Questa specializzazione sul sostegno ha infranto il suo sogno, coltivato fin dai tempi del liceo, di insegnare Educazione Fisica. La scuola italiana ad oggi ha rinunciato ad assumere un insegnante di educazione fisica con esperienza decennale per assumere al suo posto un insegnante di sostegno con esperienza pari quasi a zero.
Quando domani e nei giorni a seguire vi incontrerete per discutere sulla Mobilità 2016/2017 CHIEDO vivamente di tener presente tutte queste situazioni e consentire a quanti sono stati costretti ad accettare il posto sul sostegno, pur essendoci posti disponibili nella propria disciplina nelle fasi successive, il passaggio già dal prossimo anno scolastico (senza aspettare 5 lunghi anni) alla propria disciplina. Sarà così evitata un’ingiustizia e ne trarrà vantaggio tutta la scuola italiana e quindi gli uomini di domani.

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