Il conflitto attualmente in corso ha provocato la brusca interruzione della didattica a danno degli studenti e delle studentesse ucraini, con programmi svolti e seguiti parzialmente, temi non approfonditi, concetti non acquisiti ed espressi e competenze non verificate e discusse. L’ondata migratoria – con annessa crisi umanitaria – ha investito e continua ad interessare il continente europeo e le rispettive istituzioni. Gli studenti si sono attrezzati come possibile: l’allestimento di classi virtuali per permettere il collegamento da più località al fine di fare lezione – per i docenti – ed acquisire nozioni e competenze – per i discenti. Si cerca anche di evitare isolamento, depressione e solitudine dei ragazzi e delle ragazze in questo complesso istante. I programmi nel Belpaese sono già partiti al fine di integrare, formare in termini di continuità gli studenti ed avvicinarli, per quanto possibile, alla cultura dell’incontro. Il piano attuale, promosso dal Ministero dell’Istruzione e sostenuto in conferenza stampa dal Ministro Bianchi, prevede lo stanziamento di 300 milioni di euro al fine di organizzare delle attività estive di formazione ed incontro per i ragazzi ucraini, che includono anche laboratori di arte, musica e scrittura creativa, i giochi matematici e lo sport.
Scuole aperte nel periodo estivo, un’esigenza formativa e didattica
Con l’avvento dell’evo pandemico si è assistito ad un drastico calo della qualità della somministrazione della didattica nonché ad una fatale riorganizzazione della stessa che ha previsto, in funzione delle misure sanitarie vigenti, l’abbandono del contatto diretto, punto centrale della didattica, ed ha avviato la combutta divenuta storica tra formazione in presenza e a distanza, con il lancio delle piattaforme adibite a tale scopo. Il Ministro dell’Istruzione Azzolina ha proposto al tempo di lasciare le scuole operative anche al termine delle lezioni scolastiche con il fine di organizzare altre attività formative, di recupero e di incontro con il fine di evitare e limitare, per quanto possibile, i danni inflitti a bruciapelo dalla DAD. Da un’esigenza di stampo didattico si è passati, nel corso dell’anno corrente, a delle necessitò di stampo umanitario nonché formativo: gli studenti ucraini necessitano, assieme a quelli autoctoni, di seguire percorsi formativi al fine di integrare e potenziare competenze, attitudini ed abilità. “Dopo la grande esperienza dello scorso anno, le scuole tornano protagoniste anche la prossima estate. Trasformandosi in luoghi di comunità, di incontro, di crescita, di confronto con i territori, grazie alla collaborazione con il terzo settore e con gli enti locali. Un luogo inclusivo e accogliente, quest’anno anche per le ragazze e i ragazzi ucraini”, ha dichiarato a tal proposito il Ministro Bianchi.
Pacchetti, risorse e programmi: cosa debbono attendersi gli studenti?
L’estate abbonda di opportunità ed attività pressoché infinite, ma numerose famiglie, per esigenze di natura professionale o economica restano in città per lunghe settimane. I ragazzi e le ragazze possono trovare occasione di socialità presso le scuole in cui si recano durante il restante periodo dell’anno anche con il fine di riparare i propri debiti formativi, fare nuove conoscenze ed intrattenersi assieme. Laboratori di musica, attività alternative, pittura e scultura abbonderanno nei maggiori istituti e limiteranno il senso di decadenza indotto dalla calura estiva nelle grandi città. È previsto, per i ragazzi ucraini, l’utilizzo dei locali scolastici e della connessione di rete al fine di collegarsi per le lezioni erogate dai rispettivi docenti dislocati all’estero o in madrepatria. Il piano d’accoglienza, come reso noto dal Ministero, prevede tre fasi distinte per mese: la prima, da avviare a giugno, sarà dedicata al potenziamento delle competenze disciplinari e relazionali, con laboratori, attività di gruppo, e con particolare attenzione all’accoglienza, all’inserimento e all’alfabetizzazione dei giovani ucraini giunti nel Belpaese. La seconda fase partirà a luglio, con la formazione di spazi di coesione territoriale attraverso i progetti di “scuola all’aperto”, mentre l’ultima avrà luogo a settembre, con un programma specifico volto ad accompagnare studenti e famiglie verso il nuovo anno scolastico alle porte.