A seguito del recente Memorandum di intesa tra i ministri dell’istruzione italiano e tunisina abbiamo chiesto di illustrare e commentare l’accordo alla professoressa Rawdha Zaouchi Razgallah, professore emeritus dell’Università di Cartagine, Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana.
Il recente accordo tra i Ministeri dell’istruzione tunisino e italiano segna un passo importante nella cooperazione culturale tra i due paesi. In base alla sua lunga esperienza di docente di Letteratura Italiana all’Università di Cartagine, ci può dare un suo primo commento sull’iniziativa?
Alessandro Prunas, ambasciatore d’Italia in Tunisia, ci certifica nel suo discorso di cooperazione l’ottimo partenariato tunisino -italiano che è la base solida per creare un vero sviluppo comune mediterraneo e bilaterale. L’iniziativa strategica del Piano Mattei nella quale anche l’alta formazione rappresenta un pilastro per l’ambizioso obiettivo di fornire ai tunisini e africani, come ribadito anche dalla ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, che ha firmato un Memorandum of understanding (Mou) con l’omologo tunisino, Moncef Boukthir. È certo uno stimolo per costruire un’era nuova nella continuità degli ottimi rapporti tra i due paesi con propensione ai paesi vicini europei e africani. Un ponte di solidarietà progressista in questo mondo rotto da guerre e da poteri assassini.
L’università Tunisina, anche a livello degli scambi scientifici è una delle migliori per la ricerca e per la competenza dei suoi laureati. Solo che ci vuole la reciprocità nella politica dei visti che è estremamente limitativa (basta solo parlare di docenti diffusori della cultura italiana).
Un italiano entra in Tunisia senza visto. Un docente tunisino che ha formato allievi e studenti alla cultura italiana diffondendola in tutta la Tunisia e che ha stabilito convenzioni, ricerche, scambi con le università italiane per nuovi e positivi orizzonti, si ritrova umiliato con un visto dolorosamente ricevuto per la durata di qualche mese quando il consolato italiano glielo da. Un vero vincolo alla continuità di ogni progetto culturale. Qui ci vuole un’attenzione maggiore a questo acuto problema.
Il Mou incoraggia lo scambio di informazioni tra le istituzioni della formazione superiore e degli enti di ricerca; promuove l’insegnamento delle lingue, letterature, culture e storie di entrambi i Paesi; facilita l’accesso bidirezionale alle infrastrutture di ricerca. Particolare enfasi è dedicata alla mobilità tra studenti ma non solo. Sentendo questo discorso, pensiamo a un partenariato perfetto, un win win. Ma in realtà, per il momento è in senso unico dall’Italia verso la Tunisia. Le formazioni di diverse specialità per un migliore futuro di sviluppo a tutti i livelli serviranno soprattutto alle imprese italiane in Tunisia e alla diffusione della supremazia italo-europea sul nord Africa e ciò all’inizio del quadriennale periodo 2026-30.
In quanto Professore Emeritus dell’università di Carthagine, ho vissuto momenti di alta cooperazione tra i nostri due paesi per laboratori alla facoltà della Manùba e l’Istituto superiore di Lingue di Tunisi, all’arricchimento delle biblioteche in diversi istituti come quello del patrimonio, del museo del Bardo, degli istituti di lingue e lo sponsoring alla cultura siculo-tunisina con la Fondazione Orestiadi diretta da Angelo Corrao. I borsisti tunisini andavano in Italia in quanto quadrinalisti e ritornavano divulgando la loro formazione in Tunisia. Ho avuto l’appoggio grazie alle convenzioni fatte con le università italiane (Pescara, Bologna, Firenze, Roma, Palermo, Catania, Napoli) per creare Il campus italiano a Mahdia per 5 anni. Con scambio di docenti da ambedue i paesi. Dottorati e tesi multidisciplinari della cultura italiana.
Ora, con l’intervento dell’Italia e le ottime relazioni con la presidenza del Consiglio Italiano e la presidenza dell’Unione Europea, la Tunisia spera in una situazione stabile per svincolare i problemi quasi insolubili del flagello dell’emigrazione subsahariana imposta dai paesi vicini e mediterranei europei.
L’accordo recente punta non solo sull’insegnamento della lingua italiana – già diffusa e usata in diverse aree della Tunisia – ma intende soprattutto contribuire all’innovazione industriale e allo sviluppo economico, attraverso la formazione di tecnici e professionisti altamente specializzati da impiegare in loco, presso imprese tunisine o italiane, o in Italia.Vede in questo specifico obiettivo una collaborazione efficace e foriera di scambi proattivi tra i due paesi?
Assolutamente sì! Come detto prima, confermo il carattere positivo sui due paesi dello specifico obiettivo di collaborazione pro e inter-attiva tra i due paesi con la speranza che la guerra sionista in Palestina non finisca con un totale genocidio. Sarà una situazione sfortunatamente inestricabile.
Quest’attenzione anche allo scambio del personale tecnico-amministrativo con l’obiettivo di rafforzare le competenze in gestione delle risorse umane negli Atenei tunisini e nelle imprese tecnologiche come la grande fabbrica aeronautica a Mghira ad esempio o automobile così che altre fabbriche è un’iniziativa molto importante per i due paesi nell’innovazione industriale e nello sviluppo economico che apriranno di nuovo orizzonti nuovi nella lotta alla disoccupazione e la ricerca continua della crescita nelle relazioni bilaterali ma anche trilaterali tra i paesi del Maghreb con l’Italia: un vero ponte di benessere grazie ai cavi elettrici e di gaz sottomarini tra la Tunisia e l’Italia e altri prodotti fondamentali.Un altro punto qualificante è la promozione della collaborazione congiunta nei programmi multilaterali come PRIMA-Partnership for research and innovation in the Mediterranean area e Horizon Europe per implementare la capacità del Paese africano di accedere ai finanziamenti dedicati alla ricerca.
La presenza di italiani in Tunisia è storicamente antica; rinsaldare i legami tra i due paesi che si affacciano sul Mediterraneo partendo dalla promozione di eventi promotori soprattutto dell’insegnamento della lingua italiana in Tunisia assume secondo lei un significato più ampio per creare le condizioni di una collaborazione efficace tra Italia e Tunisia, partendo dalla lingua e dalla cultura?
Confermo che la presenza di italiani in Tunisia rinsalda i legami tra Italia e Tunisia e soprattutto con eventi promuovendo la lingua italiana come l’esistenza di Radio Tunisi Internazionale per la promozione e la diffusione della cultura italiana, il giornale euro africano “Il Corriere di Tunisi”, le conferenze e i convegni sull’Italia, gli scambi di docenti e di studenti tra i due paesi, le scuole che insegnano la cultura italiana, i concerti e come quest’anno la fiera del libro in cui l’Italia è ospite d’onore così che alla fine di giugno 2024 ci sarà la settimana culturale italiana. Nel mese di novembre scorso, c’è stata la settimana italiana della cucina. Ogni anno, esiste nella terza settimana di ottobre, la settimana della lingua italiana. Non dimentichiamo che la Tunisia ospita sempre di più i pensionati italiani che sono diventati quasi residenti permanenti della Tunisia. Personalmente durante il mio assessorato alla cultura al consiglio comunale della Marsa, sono stata Ufficiale dello Stato Civile e tante coppie miste italo-tunisine sono state sposate da me. Ancora un buon segno di convivenza.
Ritiene i tempi adeguati e maturi per questo accordo o pensa che si sarebbe potuto anticipare o piuttosto ritardare?
Direi che sarebbe stato meglio anticiparlo per consolidare i progetti e vederli completati prima di questa crisi internazionale. Ma tutto ora risiede su tante speranze di pace e di solidarietà internazionale o almeno mediterranea.
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