La figlia di Fava e un funzionario del Miur hanno sottoscritto l’accordo che prevede iniziative culturali e civili per ricordare nelle scuole italiane il cronista ucciso dal potere politico-mafioso
Da qui al 5 gennaio 2014 (anniversario del delitto Fava), tutte le scuole italiane potranno studiare le cose dette e scritte da Pippo Fava, faranno lezioni con esperti, scriveranno articoli, gireranno video, scatteranno foto.
Fava ha scritto: “A che serve vivere se non si ha il coraggio di lottare?”. Lo faceva dire a un suo personaggio nella commedia “la Violenza”. E questo fu lo spirito del giornale, lottare per la verità, che animò la redazione dei ragazzi de “I Siciliani”, la rivista che Fava fondò nel 1982 dando l’occasione di imparare un mestiere liberamente a una decina di ragazzi italiani.
Fondazione Fava e Miur cercheranno di dare ai ragazzi italiani l’occasione di studiare (fuori dai testi) la figura di un giornalista libero, un grande educatore civile, un appassionato cronista. “Apri la finestra sulla tua città e racconta dove vedi traccia di mafie”. Sarà questo – più o meno – il titolo del bando intitolato a Fava e l’Ansa.it accoglierà i lavori delle scuole che aderiranno al bando del Miur. Poi, a gennaio, Catania diventerà capitale delle scuole italiane. Come Palermo per il 23 maggio.
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