Questi sono periodi di costituzione di organici per le scuole secondarie di secondo grado. Per l’anno scolastico 2012-2013 si dà avvio ai piani regionali di dimensionamento richiesti dalla legge 111/2011.
Nel dimensionare gli istituti scolastici, le Giunte regionali, non si sono assolutamente preoccupate di trovare dei criteri di carattere didattico-educativo e funzionale ai piani dell’offerta formativa dei vari istituti, ma si è accorpato utilizzando un metodo ragionieristico, unendo istituti che solo un’operazione di insana genetica poteva riuscire a mettere insieme.
Attraverso un puro conto aritmetico si è badato di accorpare istituti sottodimensionati, per creare degli agglomerati scolastici di 1000 alunni. Le logiche che hanno disegnato i piani regionali del dimensionamento scolastico, come troppo spesso capita vergognosamente in Italia, sono state di carattere politico-sindacale. I dirigenti scolastici più rappresentativi a livello politico-sindacale, hanno fatto di tutto per rimanere indenni dallo stravolgimento degli accorpamenti.
E’ spesso ci sono riusciti salvando il proprio posto ed evitando di vedere accorpata la propria scuola ad altre scuole. Un dimensionamento fatto dall’alto, in tutta fretta, utilizzando criteri opinabili, decisi unilateralmente e privi di buon senso. Un piano regionale di dimensionamento che si rispetti e che tenga conto delle norme vigenti, avrebbe dovuto o sdoppiare Istituti sovradimensionati ( che hanno dai 1800 ai 2500 alunni) o quanto meno garantire una limitazione di iscrizioni alle classi prime, per rientrare ad essere giustamente dimensionato.
L’autonomia scolastica che dovrebbe basarsi su un sano principio di leale concorrenza , spesso viene drogata dall’intervento della politica, che agisce con il machete contro alcuni Istituti non referenziati ed usa il guanto di velluto con altri Istituti scolastici. In periodi di ristrettezze finanziarie emergono situazioni aberranti e vergognose, come quella di scuole sovradimensionate a cui la provincia paga comodamente lauti affitti per sezioni staccate e scuole dello stessa tipologia che essendo figlie di un “Dio minore” sono destinate all’accorpamento o alla chiusura. Questa è l’Italia, dove vale e si applica il motto “mors tua vita mea”.
Italia in cui esistono scuole destinate a vivere sulla disgrazia, voluta politicamente, di altre scuole.
Questo dimensionamento ha fatto emergere uno spaccato della scuola italiana troppo vicino ad una cattiva politica e troppo distante dai suoi compiti e doveri formativi.
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