Questa raccapricciante storia la racconta Radio24.
La bimba, si legge nella pagina internet, viene immediatamente allontanata da casa, prima assegnata ad una comunità, poi – dichiarato lo stato di abbandono – data in adozione ad un’altra famiglia della zona nel 2012 per ordine del tribunale dei minori di Trieste, decisione poi confermata dalla Corte d’appello.
A nulla valgono le proteste della zia che chiede di avere la piccola in affido ed evitare così l’adozione. Niente da fare. Il processo va avanti. Nella sua requisitoria il pm chiede sei anni di reclusione per padre e nonno, cinque per la madre. Intanto passano gli anni, ben cinque. Ora la sentenza del tribunale di Udine: tutti assolti perchè il fatto non sussiste. La coppia ora punta a riottenere l’affidamento della figlia, chiedendo la revisione del processo civile e porre fine a questo incubo. Incubo molto simile a quello di Basiglio, nel milanese. Anche lì – nel 2008 – fu la scuola a far partire la segnalazione per il disegno osceno di una bambina di nove anni. Lei e suo fratello di 13 anni furono tolti ai genitori e separati, costretti a vivere per due mesi in due diverse case di accoglienza, prima di scoprire che quel disegno era solo lo scherzo di un’amichetta. Preside, psicologo, assistente sociale e due maestre nel caso di Basiglio sono stati assolti, non hanno pagato per quell’errore.
Tuttavia, ed è il risvolto della medaglia, nel caso in cui la scuola non interviene, non dando il giusto peso a dei segnali di aiuto dei ragazzi, quali lamentazioni e accuse si innalzano?
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