Secondo ActionAid anche nelle regioni del Centro Italia colpite dal terremoto la ricostruzione delle scuole procede “con passo incerto, troppi ritardi, poca trasparenza e scarso coinvolgimento delle comunità locali”
A oltre un anno dalla prima scossa che ha colpito 4 regioni del Centro Italia, molti bambini – degli oltre 30 mila studenti che affrontano il nuovo anno scolastico nei territori del cratere – tornano a scuola in strutture d’emergenza.
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E a ben otto anni dal sisma del 2009 a L’Aquila, “nessun progetto di ricostruzione delle scuole pubbliche è partito e migliaia di ragazzi riprenderanno le lezioni in strutture temporanee”, dichiara ActionAid. Inoltre la struttura che ospita il Cotugno, il maggiore liceo della città (oltre 1000 studenti), viene dichiarata inagibile e gli studenti sono stati divisi in tre differenti plessi, mentre mancano le verifiche di vulnerabilità in altre strutture di competenza comunale e provinciale.
ActionAid lancia quindi, si legge sull’agenzia Ansa, un appello a governo ed enti locali affinché facciano maggiore chiarezza sulle risorse disponibili e si mettano all’ascolto della cittadinanza.
Nelle ordinanze del Commissario straordinario specifiche sulla ricostruzione del Centro Italia, il governo ha previsto 72 scuole di nuova costruzione nelle quattro regioni colpite dalle scosse di un anno fa (Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria), mentre per altre 40 sono in programma interventi per adeguare, completare, migliorare o ampliare le strutture. Dall’analisi della documentazione, sostiene ActionAid, non è tuttavia possibile capire quando gli studenti potranno tornare in edifici non provvisori.
Sono ancora troppi, fa notare l’organizzazione umanitaria, i punti poco chiari sulla ricostruzione e sull’agibilità degli edifici scolastici. “Una ricostruzione efficace non può che essere trasparente e partecipata. Ad oggi non sappiamo ancora quante siano le risorse totali messe in campo grazie alle donazioni, ai fondi pubblici e a quelli privati” dichiara il Segretario Generale di ActionAid Italia.
Nel complesso, rileva ActionAid, la gestione della ricostruzione appare piuttosto accentrata: le decisioni sono prese dal Commissario Straordinario e dai governatori delle quattro regioni, in qualità di vice commissari per la ricostruzione, senza un reale coinvolgimento delle comunità locali. Inoltre, prosegue l’organizzazione, non è chiaro perché le risorse della terza campagna di raccolta fondi post sisma – arrivata a quota 3,2 milioni di euro con l’obiettivo specifico di ricostruire le scuole – siano stati destinati anche ad altre opere pubbliche.
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