Assegnare premi in denaro agli studenti che a metà anno scolastico hanno i voti più alti, con la media aritmetica del sette e mezzo in su, e almeno 9 in condotta. L’iniziativa, riportata dal quotidiano La Repubblica del 4 maggio, già ripresa qualche giorno fa dai quotidiani locali e dalla Tecnica della Scuola, è dell’istituto per geometri e ragionieri ‘Buonarroti-Fossombroni’ di Arezzo: nell’articolo si annuncia che il prossimo 19 maggio verranno assegnati premi in denaro agli studenti coi voti alti () e almeno 9 in condotta “perché si impegnino di più”. Lo riporta oggi il quotidiano La Repubblica in cui si precisa che riceveranno l’assegno, per somme da 100 a 150 euro, una quarantina dei 930 iscritti alla scuola.
I docenti promotori: serve a promuovere comportamenti corretti in classe
“Non è una borsa di studio – spiega la preside Silvana Valentini – ma un modo per incentivare, per far scattare la motivazione allo studio e per promuovere comportamenti corretti in classe”.
Per avviare l’iniziativa, oltre ai fondi della scuola, l’istituto ha potuto contare su alcuni sponsor: aziende già impegnate nei progetti di alternanza scuola-lavoro con lo stesso istituto.
Il riferimento per assegnare i premi sono i voti del primo scrutinio dell’anno scolastico, così da premiare anche la costanza nello studio, visto che allo scrutinio di fine anno i docenti talvolta possono essere di ‘manica larga’ laddove ci sono studenti che devono recuperare per non essere bocciati o ritrovarsi in estate con il giudizio “sospeso”.
Iniziativa originale, ma che non convince…
L’iniziativa è davvero originale. Se non altro perché mai, sono ad oggi, avevamo avuto notizia di una scuola che per incentivare gli studenti a fare bene mettesse in “palio” dei premi in denaro.
Ben venga, quindi, la sua attivazione. Soprattutto, se dovesse riuscire a migliorare il profitto e il comportamento di molti alunni.
Rimane un dubbio, tuttavia. Quello riguardante il messaggio che, indirettamente, si potrebbe inviare agli studenti. Qualcuno, infatti, potrebbe pensare che il sacrificio e lo studio possano essere considerate delle “prestazioni”. In cambio delle quali premiare con il denaro, appunto. Mentre lo studio, l’applicazione in classe e a casa, la condotta esemplare, rappresentano dei comportamenti normali. Non eccezionali, al punto da essere premiati. Forse non abbiamo compreso il senso, ma il dubbio esiste.