La rivolta dei giovani ha come primo obiettivo l’annullamento delle severe limitazioni imposte in agosto da Pechino alle prossime elezioni per il “chief executive”, che si terranno nel 2017. Il governo centrale ha deciso di consentire elezioni a suffragio universale ma i candidati non potranno essere più di tre e dovranno in precedenza essere approvati da un collegio elettorale controllato da Pechino. C.Y.Leung è diventato il principale bersaglio della contestazione dopo aver fatto intervenire la polizia contro gli studenti nella prima giornata di protesta.
Gli studenti avevano dato il loro accordo a colloqui con il governo proposti dal leader di Hong Kong, Leung Chun-ying ma, dopo gli scontri di ieri, venerdì, sono tornati sui loro passi. In un comunicato, la Federazione degli Studenti, uno dei gruppi che guida le dimostrazioni, ha affermato di “non aver altra scelta” che quella di cancellare gli incontri, dato che la polizia “ha chiuso gli occhi” sugli attacchi.
Alcuni degli assalitori avevano un nastro blu, l’emblema del gruppo anti-Occupy Central che si oppone alle proteste, mentre i manifestanti hanno nastri gialli. Tra gli aggressori potrebbero esserci anche alcuni residenti stufi per i disagi delle strade bloccate e dei negozi chiusi, che forse sono stati incoraggiati a prendere in mano la questione dagli appelli rivolti dalla polizia ai manifestanti affinché sgomberassero le strade.
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