A un anno dal diploma, secondo Almalaurea, il tasso di occupazione è del 67% per chi ha in tasca una laurea triennale e del 70% tra i magistrali (+0,3%). Che dopo cinque anni vedono salire il loro tasso di occupazione all’84%, a dimostrazione del fatto che la laurea resta sempre un buon investimento.
Inumeri pre-crisi restano però lontanissimi:gli occupati nel 2007 a un anno dal diploma (triennale o magistrale) erano rispettivamente l’82% e l’80,5 per cento. Erosi anche i primi sudati guadagni dei neolaureati: oggi i magistrali, i titoli più prestigiosi, dopo un anno conquistano 1132 euro (1388 dopo cinque), 150 euro in meno di quanto accadeva 7 anni prima. Migliora comunque la stabilità lavorativa – contratti a tempo indeterminato o attività autonome effettive – che riguarda il 42% dei neolaureati triennali (era il 39% l’anno scorso) e il 37% dei magistrali (era il 34%), sui quali si sente ancora poco l’effetto del Jobs act con i contratti a tutele crescenti che di fatto sono stati attivati nel corso del 2015.
A cinque anni dal titolo il 78% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 17% in quello pubblico. La restante quota lavora nel non-profit. I servizi assorbono il 76% degli occupati, mentre l’industria accoglie il 22%. Marginale la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura.
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Tra uno e cinque anni dal titolo si registra un miglioramento del tasso di occupazione per tutti i gruppi disciplinari indagati. Focalizzando l’attenzione sui soli laureati magistrali biennali emerge che l’occupazione è significativamente superiore alla media, a cinque anni dalla laurea, per i laureati delle professioni sanitarie (95%), di ingegneria (94%) e del gruppo economico-statistico (90%). Al di sotto della media si posizionano i laureati dei gruppi letterario (72%), giuridico (75%), geo-biologico (78%) e insegnamento (78%). Il miglioramento si registra anche a livello retributivo, e per tutti i gruppi disciplinari indagati. In testa si posizionano, con guadagni apprezzabilmente superiori alla media, i laureati in ingegneria (1.705) e dei gruppi scientifico (1.614), chimico-farmaceutico (1.562), professioni sanitarie (1.552) ed economico-statistico (1.496). Per i laureati dei gruppi psicologico, educazione fisica, insegnamento e letterario, i guadagni sono significativamente inferiori alla media (rispettivamente, 980, 1.059, 1.093 e 1.117 euro).
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