“Nessuno è tanto vecchio da non credere di poter vivere ancora un anno”.
Questa, dal De Senectute di Marco Tullio Cicerone, era una delle massime preferite e spesso citate da Silvestro Giuffrida, che si è spento il 14 marzo 2021 a pochi mesi dal suo centesimo compleanno. Un traguardo che doveva apparire ormai a portata di mano a lui che ha sempre guardato avanti con ottimismo candido e manifesto.
Figlio orgoglioso di un abilissimo e stimato sarto di Troina la cui bottega era anche laboratorio di socializzazione, Silvestro si impratichisce del mestiere dando una mano in sartoria. E’ lì che apprende l’arte del taglio e del cucito ma anche il sapore autentico del tempo speso in compagnia, l’importanza della condivisione delle vicende amene e tristi della vita del paese.
Gli anni del dopoguerra sono gli anni dell’impegno politico tra le fila del Partito Socialista e della collaborazione con l’Avanti, di cui fu socio fondatore. Eletto sindaco nel 1964, Silvestro contribuisce alla sezione del partito versando nelle sue casse, non appena percepita, la modesta somma che gli proviene dalla sua carica di primo cittadino.
Intanto, sempre più pressante si fa sentire l’amore per lo studio, il bisogno di apprendere e di migliorarsi, e il tempo trascorso sui libri finisce per prevalere su quello passato in sartoria. Compie gli studi magistrali e nel 1945 consegue la Laurea in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Messina. Da lì inizia il suo lungo e appassionato percorso nel mondo della scuola.
Con Leonardo Sciascia, che aveva incontrato in occasione di un evento organizzato dal Circolo Didattico di Valguarnera, aveva in comune non solo l’anno di nascita, le origini nell’entroterra siciliano e l’orientamento politico. Come lo scrittore, già famoso, rivendicava il titolo di “Maestro con la emme maiuscola”, così Silvestro, al culmine del suo percorso professionale, restava orgoglioso dei suoi precoci esordi, appena diciottenne, come maestro elementare nelle scuole rurali nei pressi della sua amatissima Troina.
Nel corso della sua lunga e operosa carriera, maestro di ruolo dopo la laurea, Direttore Didattico a Valguarnera, Troina e Catania negli anni ’50 e ’60, poi negli anni 70-80 Ispettore della Pubblica Istruzione a Catania, ha sempre conservato vivo il ricordo degli anni trascorsi a insegnare ai bambini, soprattutto a quelli meno privilegiati e più autenticamente motivati delle campagne, così come l’ammirazione per uno dei mestieri più delicati e preziosi per la società.
In occasione di un Incontro Nazionale di studio per ispettori scolastici di nuova nomina nel novembre del 1973, rivolge insieme ai colleghi un appello all’allora Presidente del Consiglio on. Mariano Rumor affinché si possa “rimanere maestri” abbracciando la nuova funzione culturale dell’ispettore: non già “scribacchino negli uffici provinciali” bensì “animatore-provocatore” “impegnato con una presenza viva e operante nel contesto della realtà sociale e scolastica in trasformazione”.
Intensa e molto apprezzata da colleghi e corsisti la sua attività di formatore per gli insegnanti della scuola dell’obbligo e per i docenti dell’Istituto per Ciechi Ardizzone Gioeni di Catania. Dalle sue lezioni sono nate due pubblicazioni, tuttora in vendita (LA PROGRAMMAZIONE EDUCATIVA E DIDATTICA NELLA SCUOLA DELL’OBBLIGO, Ed. Greco, 1991 e TEMI E ARGOMENTI DI PEDAGOGIA E DIDATTICA – Materiale operativo per la preparazione al concorso magistrale, Ed Greco, 1994)
Sui temi riguardanti la scuola scriveva con sincera passione, anche tra le pagine de La Tecnica della Scuola.
Umile, discreto e sereno tanto nello stile di vita quanto in quello del commiato finale, Silvestro Giuffrida lascia di sé teneri ricordi e un’impronta indelebile in chi lo ha conosciuto.