I sindacati non sembrano averla presa bene. L’aggiornamento del DEF 2013, sottoscritto dal ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, attraverso cui d’ora in poi la valorizzazione del personale dovrebbe passare per “un sistema di valutazione delle prestazioni professionali collegato ad una progressione di carriera, svincolata dalla mera anzianità di servizio”, viene considerato un pessimo prologo alla trattativa sul rinnovo del contratto. Dopo l’immediato no della Flc-Cgil e della Uil Scuola, le puntualizzazioni dell’Ugl Scuola, è la volta degli altri rappresentanti dei lavoratori.
Il segretario generale della Cisl Scuola, Francesco Scrima, nella sua relazione al Consiglio Generale Nazionale, riunito il 23 settembre a Roma, rivendica “non un negoziato sulla sola parte normativa (quella economica è bloccata sino alla fine del 2014 n.d.r.), ma sull’intero corpo contrattuale. Parte economica compresa”.
La proposta su cui la Cisl Scuola sta lavorando, anche in previsione dell’importante appuntamento unitario del prossimo 28 ottobre (riunione congiunta dei direttivi nazionali delle sigle firmatarie del contratto), è un tentativo di "smarcare" il contratto dai limiti posti oggi dalla mancanza di risorse.
"Dobbiamo rivendicare intanto – sottolinea Scrima – il principio del reinvestimento di eventuali risparmi, avendo chiarito in premessa che non ci si riferisce in ogni caso a tagli, di cui proprio non si discute. Dobbiamo poi costringere la parte pubblica a mettere ‘nero su bianco’ gli impegni che dovranno trovare posto nei prossimi documenti di programmazione economico finanziaria, al di là dei vincoli normativi oggi esistenti". Scrima conclude con un appello al Governo: "provveda nel più breve tempo possibile a predisporre l’atto di indirizzo per aprire il negoziato".
Anche la Fgu-Gilda degli Insegnanti boccia le nuove modalità di sviluppo della carriera dei docenti: “proprio nel momento in cui il rapporto Eurydice sulle remunerazioni dei docenti, riferito agli anni scolastici 2009-2012, rileva che la progressione degli stipendi in Italia è tra le più basse in Europa, – spiega il coordinatore nazionale Rino Di Meglio – il Governo sta pensando di abolire gli scatti di anzianità e di retribuire il ‘merito’ attraverso un sistema di ‘valutazione delle prestazioni professionali collegato a una progressione di carriera’, premiando cioè soltanto alcuni insegnanti, magari scelti con il metodo Invalsi. Un criterio – continua Di Meglio – sul quale non siamo affatto d’accordo perché significherebbe spostare risorse dagli scatti, cioè dallo stipendio di tutti, a un presunto merito per pochi che, peraltro, ancora non si sa come verrebbe valutato. Si tratta di un’ipotesi addirittura peggiore rispetto a quella del ‘concorsaccio’ di Berlinguer, fallito – ricorda il coordinatore nazionale della Fgu-Gilda – grazie alla nostra mobilitazione”.
Il sindacato invita dunque i docenti alla mobilitazione affinché siano pagati gli scatti di anzianità del 2012 e del 2013 e siano stanziati i fondi per il rinnovo del contratto di lavoro. “Se poi il Governo vuole premiare il merito – conclude Di Meglio – metta a disposizione risorse nuove nel bilancio dello Stato”.
Non meno severo è il giudizio dell’Anief: “Non era mai accaduto che il Governo italiano – scrive il sindacato autonomo – negasse in toto gli aumenti stipendiali del personale della scuola previsti per legge: pur mettendo sul ‘piatto’ della trattativa risorse sempre meno corpose, da quando è stato privatizzato il rapporto di lavoro nel pubblico impiego, con il decreto legislativo 29/93, non avevamo mai dovuto commentare un Esecutivo che non mettesse da parte un euro per cercare di allineare la busta paga di docenti, Ata, educatori, Dsga e dirigenti scolastici al costo della vita”.
“Quel che sta accadendo oggi, a quattro anni dall’approvazione del decreto legislativo 150/09, imposto dall’ex ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta, è che i nostri governanti – continua l’Anief – non si limitano più a tagliare risorse dal MOF, già abbattuto di un quarto rispetto a quello di appena un anno fa, ma già ragionano con la logica del prossimo contratto. Quando gli scatti scompariranno, per fare spazio ad un "merito" legato ai risparmi fatti in casa e alla performance individuale”.
Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, quindi "quello che vuole fare il Governo è sempre più chiaro: erogare gli scatti di anzianità al personale della scuola non più attraverso l’allocazione di risorse aggiuntive ma, avvalendosi della legge Brunetta, ricavando fondi dalla stessa scuola, da destinare solo ad una parte del personale. Quella parte che avrà dimostrato di meritarlo, tramite performance adeguate. Un po’ come accade in azienda". Anche stavolta l’Anief non ha dubbi: visto che il legislatore non ha fatto il suo dovere, i lavoratori si rivolgeranno al giudice.