All’Istituto Superiore Maxwell di Milano, le tradizionali “sospensioni di giudizio” sono ormai un ricordo del passato. Questa scuola, con i suoi 1.400 studenti suddivisi tra tre indirizzi tecnici, un liceo delle scienze applicate e un istituto professionale, ha adottato una politica innovativa che elimina la possibilità di giudizi sospesi, portando a una maggiore chiarezza nei risultati scolastici.
Da due anni, il consiglio d’istituto ha implementato criteri rigorosi per ridurre drasticamente il numero di studenti con giudizi sospesi. Secondo la nuova regolamentazione, gli studenti vengono promossi con una sola insufficienza, bocciati con tre, mentre con due insufficienze la decisione viene discussa attentamente. Questa decisione nasce dalla consapevolezza che è “impossibile recuperare nei mesi estivi lacune gravi” come afferma il preside a TGR Lombardia. Inoltre, quest’ultimo ritiene che sia “inutile mettere in piedi una macchina burocratica complessa come quella degli esami di riparazione per alunni con una sola insufficienza, che poi i professori stessi si rifiutano di bocciare”.
L’anno scorso, il primo di applicazione dei nuovi criteri, ci sono stati solo due giudizi sospesi. Quest’anno, per la prima volta nella storia dell’istituto, nessuno studente ha avuto il giudizio sospeso. Questo approccio ha ricevuto un feedback positivo sia dalle famiglie che dagli studenti stessi, che apprezzano la trasparenza e la chiarezza del sistema.
L’Istituto rappresenta un caso in controtendenza rispetto ai dati regionali, dove i giudizi sospesi sono quasi il 23%, in leggero aumento rispetto all’anno scorso. L’intento della scuola non è quello di facilitare la vita agli studenti meno brillanti, ma di eliminare l’ipocrisia intorno agli esami di riparazione, spesso conclusi con esiti già prevedibili fin dal mese di giugno.
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