Categorie: Alunni

Addio alla plastica nelle scuole: sensibilizziamo gli studenti al rispetto dell’ambiente

In questi giorni la Francia ha ufficialmente vietato l’uso di stoviglie e posate in plastica, in favore di quelle in materiali naturali come la carta.

Lo scopo è quello di arrivare, da qui al 2020, ad una notevole riduzione dei rifiuti. Ma, a seguire l’esempio, è anche una città italiana: da questo mese nelle mense delle scuole milanesi, si useranno soltanto piatti e bicchieri in materiali biodegradabili. La decisione di sostituire i contenitori compostabili risale all’inizio del gennaio 2015 ed è stata graduale nelle scuole primarie e secondarie. Al momento le scuole dell’infanzia non hanno adottato ancora il medesimo provvedimento. 

Al di là della scelta ecosostenibile, si tratta anche di un modo per fare entrare i più giovani a contatto con un tema particolarmente importante ma troppo spesso trascurato, specie nelle scuole. Invece è proprio in questi ambienti che si dovrebbe incominciare un lavoro di sensibilizzazione per far avvicinare gli alunni all’ecologia.
Il passo fondamentale è quello di far scoprire ai bambini tutto ciò che riguarda e rappresenta l’ambiente: a partire dall’inquinamento dell’aria sino alla raccolta differenziata.
Gli insegnanti possono cercare di far approcciare gli studenti con questi temi non soltanto in modo teorico, ma anche attraverso iniziative pratiche.
Invitare gli alunni a consumare merende naturali, ad impatto zero sulla produzione di rifiuti (quindi sì a frutta ed alimenti preparati in casa, contro merendine e snack confezionati con plastica), insegnare loro la pericolosità del gettare a terra rifiuti, spiegando i criteri di biodegradabilità, incominciare a far fare in classe la raccolta differenziata. Coinvolgendo l’intera classe, i ragazzi percepirebbero il tutto come un gioco e, in modo divertente, riuscirebbero a fare propria un’abitudine sana, portandola magari anche in casa coinvolgendo l’intera famiglia.
L’auspicio dunque è che quello di Milano non rimanga un caso isolato ma possa divenire l’incipit di un progetto comune a tutte le scuole d’Italia.

Giulia Mirimich

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