Fanno discutere le novità in vigore da settembre in tema di scuola. Gli istituti, infatti, sono obbligati a prevedere corsi per chi ha gravi insufficienze. Far ripetere l’anno a uno studente sarà praticamente impossibile. Le nuove regole sono prevista nel decreto legislativo n.62, uno dei provvedimenti attuativi della legge 107. I criteri per giudicare gli alunni valgono dal 2017-2018 già per elementari e medie, mentre dal 2018-2019 saranno validi per le superiori.
A Il Secolo XIX interviene Roberta Fanfarillo, responsabile nazionale CGIL dei dirigenti scolastici: “L’insegnamento è cambiato, un dovere sostenere gli alunni. Più che sui criteri per la promozione – dice Fanfarillo – mi soffermerei sui corsi obbligatori previsti per chi ha gravi insufficienze. Per gli istituti, infatti, sarà difficile organizzare le ore di recupero. Sulla carta dovrebbero essere svolti grazie all’organico dell’autonomia, ma non sempre gli istituti hanno i docenti di cui hanno bisogno. Non è vero che appiattisco il livello dell’istruzione, adesso, invece, le istituzioni scolastiche devono valutare le esigenze degli alunni per aiutarli e sostenerli verso il completamento del percorso degli studi”.
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Sempre su Il Secolo XIX c’è spazio anche per il commento di Roberto Fedi: “Compito di un’istituzione moderna è prendersi e insegnare le responsabilità. Così si accetta la regola che nessuno è colpevole, neanche di svogliatezza. Si deve far capire che nella società niente ti viene per diritto, ma te lo devi conquistare. Non è una gran massima, ma al Miur dovrebbero scriverlo sui muri. L’autoritarismo è un male, ma l’autorevolezza è un’altra cosa”.
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