Sul licenziamento dei precari, in caso di cancellazione della Buona Scuola per mano del M5S, il Pd non torna indietro: qualche settimana fa avevamo ascoltato la replica dell’ex premier Matteo Renzi all’intervista del candidato premier del M5S Luigi Di Maio rilasciata a La Tecnica della Scuola che ha confermato l’intenzione dei grillini di cancellare la L.107/15 in caso si approdo al Governo. Per il segretario Pd, “ci sono 132 mila insegnanti che erano precari, che noi abbiamo assunto e che tornerebbero a fare i precari”.
Il 5 febbraio è toccato al sottosegretario al Miur, Gabriele Toccafondi, replicare al vice-presidente dalla Camera, Luigi Di Maio, che ha ribadito di voler eliminare la riforma sulla Buona scuola perché definita “indecente”.
Il rappresentante del Governo Gentiloni ha detto che “Di Maio vuole licenziare 180mila insegnanti (quindi quasi 50mila in più di quelli indicati da Renzi a gennaio n.d.r.) assunti grazie alla Buona Scuola. Probabilmente – ha detto ancora Toccafondi – avrà pronto un bel reddito di cittadinanza anche per loro visto che il (presunto) capo dei 5 Stelle vuole abolire la riforma della scuola fatta dal centrosinistra che farebbe lasciare la cattedra e quindi il posto di lavoro a migliaia di insegnanti che dopo anni e anni di precariato sono stati assunti non dalle parole dei grillini ma dai fatti dei governi di centrosinistra”.
Sempre per Toccafondi “è vero che Di Maio non ha avuto modo di usufruire appieno dell’istruzione pubblica, tuttavia un paio di somme dovrebbe saperle fare e quindi noterà come gli investimenti pubblici alla scuola dopo anni di tagli sono tornati a crescere proprio grazie ai governi di centrosinistra”.
Su quest’ultima dichiarazione di Toccafondi non c’è nulla da dire: in effetti, il Pd, ha assunto un alto numero di precari, pur “dimenticando” quelli dell’infanzia e altre categorie, come gli Ata. Detto questo, però, rimane da capire perché si continua a dire che l’abolizione della Buona Scuola dovrebbe far scattare, automaticamente, la cancellazione delle tante immissioni in ruolo realizzate dal Governo Renzi.
Come abbiamo già scritto, nel corso degli ultimi due anni e mezzo, infatti, il precariato scolastico è rimasto decisamente in vita.
Quest’anno sono state conferite circa 85mila supplenze annuali. Inoltre, è notizia di questi giorni, in estate andranno via per la pensione 25mila docenti e Ata tramite domanda volontaria più altre migliaia che hanno raggiunto i limiti di età. Inoltre, il Governo Gentiloni ha approvato, con la manovra di fine anno, una norma che tramuta quasi 20mila cattedre dall’organico di fatto a quello di diritto.
Quindi, in estate si arriverà di sicuro a 140 anche 150 mila cattedre libere. Poi, ci sono pure alcune migliaia di Ata, a cui si aggiungono 2mila dirigenti (per i quali è ai nastri di partenza il concorso) e altrettanti Dsga.
Perché citiamo questi numeri sui posti vacanti già presenti e che si andranno a determinare? Perché reputiamo che un eventuale smantellamento della Buona Scuola, anche del potenziamento, non dovrebbe avere alcun effetto sugli organici. E ammesso che li abbia, sconfessando in tal caso le parole di Di Maio, vi è un numero talmente alto di posti disponibili che nessun docente di ruolo rischierebbe il licenziamento.
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