“Se passa l’idea del vicepremier, Mattao Salvini, di abolire il valore legale del titolo di studio, il rischio concreto è che d’ora in poi basterà frequentare un istituto periferico o semicentrale per essere penalizzati in partenza”. A sostenerlo, colloquio con Radio Cusano, è stato il nostro direttore responsabile Alessandro Giuliani, commentando l’intenzione espressa dal vicepremier Matteo Salvini di “affrontare la questione del valore legale del titolo di studio”.
“A livello di atenei – ha aggiunto – si rischierebbe di fare una graduatoria, con quelli più e meno titolati solo perché maggiormente accreditati. Viceversa, gli altri, soprattutto quelli collocati al Sud, perderebbe man mano terreno.”
“Viene poi da chiedersi, venendo meno le votazioni finali dei corsi, quale sarebbe la nuova soglia per accedere a determinate prove concorsuali, a partire dai pubblici concorsi”.
“A questo proposito, bisognerebbe comprendere qual è la posizione dei vertici del Movimento 5 Stelle, perché è evidente che il danno maggiore da una disposizione di questo genere sarebbe per i giovani che si diplomano in aree disagiate e al Sud: gli stessi – ha concluso Giuliani – che il M5S intende sostenere con il reddito di cittadinanza. Per cui, a differenza di quanto riportato da altri organi di stampa, riteniamo che i grillini difficilmente saranno d’accordo con la proposta della Lega di cancellare il valore legale del titolo di studio”.
A questo proposito, l’onorevole Luigi Gallo (M5S), presidente della Commissione Cultura della Camera, ha dichiarato alla Tecnica della Scuola che è d’accordo con “quanto ha già detto il ministro Bussetti: il tema non è nel contratto di Governo e per noi non è una priorità”. Confermando, quindi, la tesi espressa dal nostro direttore.
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