ADI sulla legge finanziaria: una voce fuori dal coro
L’analisi dei 4 articoli della legge finanziari sulla scuola proposta dalla Associazione Docenti Italiani presieduta da Alessandra Cenerini è a dir poco impietosa: critiche e “bastonate” riguardano tutti, non solo il Governo, ma anche le organizzazioni sindacali.
Una vera e propria voce fuori dal coro, quella della Cenerini, che però, se non altro che per l’accuratezza dei dati forniti e delle motivazioni addotte, varrebbe la pena di essere presa sul serio.
Non c’è comma o passaggio della legge che non venga sottoposto ad una serrata verifica sia contabile che politica e culturale, con il risultato finale di mettere in evidenza l’improbabile raggiungimento degli obiettivi che la stessa legge si prefigge.
In realtà, secondo l’ADI, la finanziaria del 2007 avrà un solo effetto certo: “aumentare il personale, almeno un po’ di più di quanto ha fatto il Governo precedente”.
“E gli organici – spiega Alessandra Cenerini – aumenteranno per svariate ragioni; per esempio l’obbligo all’istruzione (lo ha dichiaro il vice ministro) sottrarrà 120.000 studenti all’apprendistato e alla formazione professionale, creando almeno 14.000 nuove cattedre in due anni scolastici. Non importa se poi, come già accaduto nel 1999, una gran parte di questi studenti non si presenteranno a scuola dato che nella scuola statale, a diversità della formazione professionale, le classi si formano contando le iscrizioni, non le frequenze”.
Per non parlare delle novità sui Centri territoriali per l’educazione permamente: ottima idea, secondo l’ADI, peccato che il modello previsto dalla legge “non vada affatto incontro alle esigenze e ai bisogni di una domanda che in gran parte rifugge da modelli di insegnamento/apprendimento di tipo tradizionale, fatti di lezioni, di orari rigidi e strutturati, ecc…”
In effetti se i CTP avranno propri organici potrebbe succedere che sul territorio vi sia una forte richiesta di corsi di lingue straniere, mentre nell’organico siano disponibili soprattutto docenti di materie tecniche che, a loro volta, rimarrebbero sottoutilizzati per mancanza di studenti !
Ma non sono queste le uniche storture che l’Adi mette in evidenza.
Sull’obbligo scolastico “si crea – denuncia l’Associazione – un vero e proprio groviglio di norme, un accanimento legislativo”.
“E tutto questo – sottolinea Alessandra Cenerini – solo per costringere a una scolarizzazione coatta meno del 5% della popolazione giovanile che, per proseguire gli studi, si avvale della formazione professionale (3,3%) e dell’apprendistato (2%). Si è dunque scomodata una legge finanziaria per ricacciare sui banchi di scuola un 2% di quindicenni che la detestano, costringendo contestualmente i docenti a promuovere tout court il 10% in più di studenti nel biennio delle superiori”.
“Non sarebbe stato più salutare interrogarsi sul perché in Italia i livelli di apprendimento dei quindicenni scolarizzati siano fra i più bassi nei Paesi dell’OCSE, perché la dispersione raggiunga livelli intollerabili in un Paese civile, e perchè infine l’assenteismo scolastico sia in costante crescita?”
Finanziaria bocciata senza appello, dunque, ma per motivi del tutto opposti a quelli proposti dai sindacati della scuola: per questi ci vorrebbero comunque più risorse (soldi, personale e così via), mentre secondo l’Adi i nodi da affrontare riguardano l’allocazione delle risorse che ci sono, il ruolo delle regioni e la valorizzazione dell’autonomia delle scuole a cominciare dalla possibilità di definire gli organici in modo flessibile e davvero funzionale alle esigenze del territorio.