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“Adolescence” e l’assenza di comunicazione con i giovani: ecco cosa consiglia Álvaro Bilbao – INTERVISTA

Come funziona il cervello degli adolescenti? Questa è la domanda che si chiedono gli educatori, docenti e genitori, alle prese con stress, bullismo, competizione sui social, devianze, violenza, disagio di vario tipo.

Di questo tema abbiamo parlato con il neuropsicologo e psicoterapeuta spagnolo Álvaro Bilbao che ha dedicato proprio un libro, “Come funziona il cervello di un adolescente“, edito da Salani, autore anche de “Il cervello del bambino spiegato ai genitori” alle problematiche legate all’adolescenza. Ecco cosa ci ha raccontato.

Professore, lei ha scritto tra gli altri un bellissimo libro dal titolo “Il cervello del bambino spiegato ai genitori”.
In questo libro lei scrive che educare vuol dire far crescere il cervello del bambino. Per la verità la crescita di un bambino ha a che fare anche con tanti altri aspetti, la fantasie e le emozioni, per esempio.

Nei miei libri cerco di spiegare in che modo aiutare i bambini e gli adolescenti a costruirsi un cervello più efficiente che li aiuti ad avere una vita più piena. D’altra parte l’empatia, la sicurezza, la creatività, la padronanza degli strumenti intellettivi ma anche la capacità di rapportarsi agli altri sono tutte cose che si trovano nel cervello e che avvengono nel cervello. I genitori possono influire largamente sulle connessioni e sui collegamenti che il cervello può costruire.

Nonostante i molti studi che sono stati fatti sul funzionamento del cervello umano ci sono ancora molti aspetti che ci sfuggono altrimenti non ci spiegheremmo come mai avvengono fatti incredibili come le guerre e i conflitti.

Se prestiamo attenzione al modo di comportarsi dell’essere umano, alle sue tendenze e alle sue inclinazioni vediamo che tra i bambini e gli adolescenti esiste la tendenza alla competizione; c’è una tendenza innata verso l’odio e verso la possibilità di dominare l’altro. L’educazione consiste proprio nel coltivare e controllare quelle emozioni e quelle capacità che possono consentire ai nostri figli di avere una vita più piena e più completa tenuto conto del contesto in cui siamo chiamati a vivere. Se io avessi avuto i miei figli all’epoca dei gladiatori forse li avrei educati in un modo completamente diverso rispetto a quello che ho fatto.

I nostri figli e i nostri nipoti vivono nell’epoca dei social che in qualche modo influiscono sul loro comportamento.
Cosa possiamo fare per neutralizzare gli effetti negativi?

E’ curioso ma le persone che hanno una migliore padronanza dei social (pensiamo per esempio ad Elon Musk o a Zuckerberg) o che hanno molta influenza (è il caso di Donald Trump) stanno di fatto dominando il mondo; quindi noi come genitori possiamo aiutare i bambini e adolescenti ad avere un maggior controllo sul modo in cui i social influiscono sulle loro emozioni e sullo sviluppo dei loro valori.

A suo parere la devianza giovanile è inevitabile?

Se ho capito bene la domanda potrei rispondere dicendo che è importante che gli adolescenti deviino dalle norme e che ad un certo punto si allontanino dai valori del proprio nucleo familiare.

Perché accade questo?

Perché hanno bisogno di costruire la propria autonomia, la propria indipendenza, la propria rete di amicizie e i propri valori. Con il passare del tempo finisce che rifletteranno i nostri valori ma spesso devono imparare attraverso un’esperienza propria. C’è una profonda differenza tra il cervello del bambino e il cervello dell’adolescente: i bambini credono in quello che i genitori dicono loro mentre gli adolescenti devono sviluppare le proprie teorie e verificarle.

Se capisco bene lei vuole dire ci vuole una certa dose di devianza dalle regole per poter diventare autonomi e per poter diventare adulti…

Se per devianza intendiamo una sorta di ribellione di spirito verso l’ordine costituito la risposta è affermativa; tanto è vero che quando abbiamo di fronte a noi adolescenti che non attraversano questa fase di ribellione di solito ci troviamo poi di fronte degli adulti che si sentono in qualche modo poco liberi e questo non permette loro di trovare la propria strada.

Parliamo per un momento della nota serie televisiva Adolescence a cui lei ha dedicato anche diversi articoli. Io ho un nipote di 17 anni: lei mi consiglia di suggerire a mio nipote di guardarla?

Secondo me dovrebbe guardarla perché è una serie che io ho apprezzato molto; mi è piaciuta tantissimo e le raccomanderei di vederla insieme a suo nipote perché ci insegna molto sulla mancanza di comunicazione e di legami che talvolta si verifica tra generazioni diverse.

Un’ultima questione alla quale lei può rispondere visto che è un neuropsicologo. Si parla sempre molto del ruolo che l’ambiente sociale e familiare hanno sul comportamento dei ragazzi. Questo vuol dire che l’ereditarietà ha un ruolo poco significativo?

La genetica e il fattore ereditario contano molto ma oggi sappiamo che lo sviluppo di un adolescente ha a che fare con il modo con cui la genetica interagisce con l’ambiente; bambini o adolescenti molto sensibili che entrano in gruppi come naziskin o neonazisti possono modificare la propria sensibilità accentuando sentimenti di odio e intolleranza; al contrario possiamo avere magari il caso di un ragazzo educato dai genitori in modo corretto o che partecipa ad attività di volontariato: questo ragazzo può trasformare la propria vita e dedicarla agli altri. Questa è la magia dell’educazione.

Reginaldo Palermo

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