Lottare contro la ludopatia si può, anzi, si deve! Arriva dall’Umbria la notizia di un progetto interessante che nasce ad Amelia, un piccolo comune di circa 12.000 abitanti in provincia di Terni. All’Istituto Omnicomprensivo, che raggruppa una secondaria di primo grado, un Istituto Tecnico Tecnologico e un Tecnico Economico, docenti e associazioni locali sono uniti per tenere alla larga i più giovani dal gioco d’azzardo. Come riportato da Terni Today, si tratta di un percorso avviato un paio di anni fa ad opera del Comune di Terni in partenariato con l’azienda sanitaria locale e la scuola, con lo scopo di promuovere tra i più giovani l’educazione alla salute e contrastare la ludopatia.
Anche se nel nostro immaginario la dipendenza dal gioco d’azzardo appare più legata al mondo degli adulti, la realtà è purtroppo ben diversa: secondo quanto riportato qualche mese fa dal quotidiano L’Avvenire, da una ricerca dell’Istituto superiore di sanità è emerso che il 10,4% degli studenti italiani tra i 14 e i 17 anni è da considerarsi “giocatore problematico” avendo perso il controllo sul proprio comportamento di gioco. Allarma anche la percentuale dei 15enni che hanno dichiarato di aver giocato almeno una volta nella vita: è il 47,2% dei maschi e il 21,5% delle femmine, mentre il 37% e il 14% hanno dichiarato di aver tentato la fortuna almeno una volta negli ultimi dodici mesi. Molti di loro diventano giocatori cronici e non ce la fanno più a smettere. Quanti siano non si sa, per due motivi di fondo: perché si tratta di un universo difficile da penetrare ma anche perché le vittime non riconoscono la propria dipendenza o sono convinte di poterne uscire in qualsiasi momento. In più rispetto a ieri, oggi non mancano i canali che alimentano la voglia di giocare facilitando l’ingresso dei giovani nella spirale dell’azzardo: computer, tablet, smartphone si collegano rapidamente con le svariate piattaforme di gioco online esistenti, dove tutti, anche i più piccoli, possono liberamente accedere e giocare.
Ad Amelia, dunque, si lotta contro tutto questo e lo si fa a scuola. I docenti, tuttavia, non sono da soli. A collaborare con loro, ben 18 associazioni del territorio sono state invitate per farsi conoscere dai ragazzi, ai quali hanno mostrato che ci sono altre alternative allo stare seduti per ore davanti a una slot. Si può, ad esempio, impiegare il tempo libero a beneficio della comunità in attività di volontariato: sostegno ai bambini ricoverati, agli anziani nelle case di riposo, alle donne vittime di violenza. Ma più semplicemente, si può optare per imparare a suonare uno strumento ed entrare poi a far parte della banda della città, iscriversi a un corso di yoga e tante altre cose che favoriscano il benessere personale e di tutta la comunità di appartenenza.
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