Aumenta la partecipazione attiva di bambini e degli adolescenti alla vita democratica della comunità romana.
A sostenerlo è una ricerca realizzata nell’ambito di una convenzione tra l’Assessorato alle politiche sociali e per la salute del Comune di Roma e l’Istituto di scienze e tecnologie. Lo studio è stato presentato a Roma il 22 febbraio durante il convegno "In testa ai nostri pensieri": con l’occasione si è fatto il punto, a sei anni dalla sua attuazione, sul valore innovativo della legge n. 285/97 per la promozione, sempre nel Comune di Roma, dei diritti e delle opportunità per l’infanzia e l’adolescenza.
Significativi i dati resi pubblici dai ricercatori, a proposito degli incrementi delle iniziative e delle strutture a sostegno dei giovani: dal ’98 al 2003 sono stati sviluppati 176 progetti ed impegnate risorse per oltre 53.800.000 euro; sono state coinvolte 1.178 professionalità; il 29% dei progetti ha riguardato il tempo libero, il 25% la famiglia, l’8% la relazione tra il bambino-adolescente e la città, il 3% l’handicap.
Secondo Antonella Rissotto, dell’Istc, "negli ultimi anni la Capitale ha visto aumentare in maniera incontestabile gli spazi ludico-ricreativi per l’infanzia: oggi la realizzazione di ludoteche rappresenta ben il 26% di tutti i progetti, ma in questi anni ci sono stati significativi incrementi anche nelle iniziative di sostegno alla genitorialità. Una parte dei progetti è stata finalizzata anche alla realizzazione di centri di aggregazione per adolescenti, in cui poter sia socializzare che trovare adulti disponibili a soddisfare le loro diverse necessità. La nostra valutazione – ha spiegato la ricercatrice – è stata effettuata a due livelli per riflettere sui punti di forza, ma anche sugli aspetti critici della legge 285, mediante il progetto di valutazione dei Piani territoriali per l’infanzia e l’adolescenza".
Non meno importante è stata l’attenzione delle istituzioni per i bambini e i ragazzi in difficoltà, come è testimoniato dalla creazione di un centro di assistenza per adolescenti "borderline" e di un Centro di aiuto al bambino maltrattato e alla famiglia. Durante la ricerca sono state effettuate alcune interviste ai promotori della legge, che hanno evidenziato la presenza, almeno nella fase iniziale, di difficoltà di tipo prevalentemente burocratico e logistico, ma anche una grande spinta motivazionale negli operatori.
"La legge 285 – ha concluso la Rossitto – ha senza dubbio migliorato sia la quantità che la qualità delle opportunità offerte dalla città ai bambini e ai ragazzi. Un’importante novità della Legge sta poi nello stabilire una forte interazione tra strutture pubbliche e realtà associative private che si occupano dei minori sul territorio: operatori sanitari e sociali, educatori è psicologi hanno partecipato ai progetti in modo coordinato ed integrato. Ciò ha favorito anche una visione complessa dei minori e una maggiore attenzione ai loro diritti".
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