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Adozione libri di testo, emanata una prima circolare

Puntualmente come ogni anno, immediatamente dopo le disposizioni relative alle iscrizioni degli alunni per il prossimo anno scolastico, il Miur ha dettato le norme relative all’adozione dei libri di testo con una circolare – la CM n. 15 del 20 febbraio – asettica, limitata agli aspetti formali e senza alcun riferimento alle problematiche di natura pedagogica, psicologica, didattica ecc. in una parola culturale, dalle quali non è possibile prescindere e che, come è purtroppo noto, l’amministrazione scolastica centrale non ha tante volte risparmiato.
In maniera assertiva la circolare prospetta, dopo il libro della prima classe, l’articolazione del libro di testo in “Sussidiario dei linguaggi” e “Sussidiario delle discipline” proponendo, inoltre, per tutte le classi un libro per lingua inglese.
Fin qui la scelta operata, per evitare, forse, di aprire un dibattito sulla materia anche proponendo iniziative di formazione degli insegnanti attesa l’importanza del libro di testo oggi.
La stessa circolare indica la seconda decade di maggio come il periodo ideale per le adozioni e il mese di settembre per la restituzione da parte delle scuole dei testi dati in visione.
Troppo poco, in verità, per una scuola che pur nell’ambito della sua autonomia non può essere lasciata a se stessa, ma che dovrebbe essere monitorata, supportata ecc. dall’amministrazione scolastica centrale.
Il tema dei libri di testo, ovviamente, è di quelli delicati atteso che vi sono coinvolti gli interessi economici, anche abbastanza cospicui, dei vari gruppi editoriali ed delle piccole case editrici, ma pure per i rivolti di natura ideologica che essi chiamano in causa.
Il loro ruolo, come è fin troppo noto, è stato da sempre dibattuto nella scuola italiana. Tante volte con toni accesi e fortemente polemici perché i libri di testo sono portatori di una cultura specifica di cui mai potranno spogliarsi gli autori e i compilatori. Per non dire delle dimensioni e prospettive prettamente didattiche.
Tante volte, infatti, sono stati processati, condannati e messi al rogo. Mai è stato possibile sostituirli con altri strumenti didattici su cui, però, non hanno mancato di confrontarsi con esiti pure positivi tanti educatori che hanno innovato le pratiche didattiche riducendone al minimo il peso.
Certo non è facile sostituirli con altri strumenti anche se la ricerca pedagogica e didattica hanno tante volte sperimentato vie nuove e fornito utili indicazioni.
I libri di testo hanno assolto, e assolvono, al ruolo di guida e di supporto dell’attività degli insegnanti i quali li hanno identificati in veri e propri strumenti di garanzia e di salvaguardia per la loro azione quotidiana.
Certo, oggi più che nel passato, agli insegnanti della scuola che sta venendo fuori dal processo di implementazione della riforma si chiede di non totalizzarne il ruolo e la funzione, ma di essere in grado di inserirli in una logica sistemica di strumenti didattici integrandoli con gli innumerevoli altri oggi a disposizione soprattutto per i progressi della scienza e della tecnica psico-pedagogica.
La circolare ministeriale raccomanda scelte coerenti con il quadro dell’autonomia e con i princìpi della riforma, specialmente quelle relative ai Piani dell’Offerta Formativa, ai Piani di Studio introdotti dalle Indicazioni Nazionali.
Giuseppe Guzzo

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