In Italia da anni è in calo il numero delle adozioni, accentuato ancor di più nel 2020 a seguito dell’emergenza sanitaria da Covid-19 e non compensato dal leggero aumento osservato nel 2021.
Ad oggi, stando ai dati della Commissione per le Adozioni Internazionali, la Colombia si conferma il primo tra i Paesi di provenienza dei minorenni adottati, seguono India, Ungheria, Bulgaria, Ucraina e Federazione Russa. Va segnalato che proprio in questi giorni, un altro paese africano, la Nigeria, dopo Ghana, Burundi e Repubblica del Congo, si è aggiunto alla lista di quelli accreditati per l’adozione internazionale. La Nigeria, che è il paese più popoloso del continente, ha già nelle sue liste di minori dichiarati adottabili e in attesa di una famiglia, a partire dai 6 mesi.
Secondo l’UNICEF, si stimano oltre 140 milioni di bambini orfani di almeno un genitore (61 milioni in Asia, 52 milioni in Africa), di cui oltre 15 milioni senza entrambi i genitori. La pandemia da Covid-19 ha acuito il problema: in Indonesia, per esempio, a causa della pandemia, oltre 25.000 minori sono diventati orfani di almeno un genitore.
Sempre partendo dai dati della Commissione, in media, nel 2021, sono passati circa 4 anni e 4 mesi dalla domanda di adozione all’autorizzazione all’ingresso in Italia del minorenne a scopo adottivo. Tra il 2020 e il 2021 rimane pressoché invariata – sotto i 7 anni – l’età media degli adottati all’ingresso in Italia, 6,8 anni nel 2020 e 6,7 anni nel 2021.
All’autorizzazione all’ingresso del minorenne straniero a scopo adottivo, l’età dei coniugi nel 2021 raggiunge un’età media di 48,1 anni per gli uomini e 46,2 anni per le donne. Tra le coppie
adottive del 2021, gli uomini con laurea sono il 45,2% – contro il 41,6% del 2020 – e le donne il 52,4% – esattamente come nel 2020. A livello globale, l’Italia rimane tra i Paesi con più alto numero di adozioni internazionali e tra i più aperti all’adozione di minori con problematiche fisiche o psicologiche e/o minori avanti con l’età.
Per garantire il diritto allo studio degli alunni adottati e favorire il pieno inserimento nella scuola, il Ministero dell’istruzione e del merito ha aggiornato nel 2023 il documento del 2014 con le Linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio delle alunne e degli alunni che sono stati adottati. Per saperne di più https://urly.it/3_p2f .
In merito alla certificazione scolastica, la scuola italiana richiede la documentazione sugli studi compiuti nel Paese di origine e in mancanza di tutto questo, richiede ai genitori le informazioni in loro possesso.
Per gli alunni adottati, la scuola deve predisporre l’elaborazione del Piano didattico personalizzato (PDP) per attivare percorsi personalizzati e strategie educative e didattiche opportune nella fase di accoglienza o nelle fasi successive.
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