Secondo una ricerca condotta in esclusiva da IPSOS per Save the Children alla vigilia del Safer Internet Day, il 50% degli adulti e il 58% dei ragazzi accetta che una app acceda ai propri contatti, pur di usarla, considerandolo il giusto prezzo per essere presenti online; 9 su 10 non fanno nulla per proteggere la propria immagine online, come cancellare post passati o rimuovere tag del proprio nome da una foto. Quasi un ragazzo su dieci utilizza carte prepagate o sistemi di pagamento online per scommesse e giochi legali on line, come poker o casino, riservati agli adulti. Più di 1 su 5 invia video o immagini intime di se stesso a coetanei e adulti conosciuti in rete, o attiva la webcam per ottenere regali.
Il 95% degli adulti e il 97% dei ragazzi possiede uno smartphone ma non sanno che mentre navigano i loro dati vengono registrati né se ne dicono preoccupati (l’80% di entrambi i gruppi di riferimento), ma hanno ormai interiorizzato l’idea che la loro cessione sia il giusto prezzo per essere presenti on line e accedere ai servizi che interessano loro (circa il 90% di tutti coloro che consentono ad un’app l’accesso ai propri contatti).
La ricerca rivela inoltre che vi è una scarsa cura della propria storia online sia per gli adulti che per i ragazzi, che non prevede una “manutenzione” costante dei propri profili e che sembra quasi esasperare l’importanza esclusiva dell’essere “presente qui e ora”: circa 9 su 10 non compiono azioni efficaci per proteggere la propria immagine online, come cancellare post passati (solo il 18% dei ragazzi e il 14% degli adulti l’ha fatto almeno una volta), togliere il tag del proprio nome da una foto postata online (lo fa solo il 12% di entrambi i gruppi di riferimento) o bloccare qualcuno su Facebook o Whatsapp (lo fa solo il 19% dei ragazzi e il 16% degli adulti).
Il 75% degli adulti e il 72% dei ragazzi intervistati crede che non sia mai sicuro condividere online foto e video intimi e riservati. Per il 67% dei primi e il 65% dei secondi se un contenuto condiviso con qualcuno dilaga in rete, la responsabilità è di chi lo diffonde; il 67% e il 68% ritengono che la colpa sia di chi in seguito lo condivide in modo allargato e non autorizzato. Ben l’81% degli adulti e il 73% dei ragazzi pensano che vi sia una sorta di “consenso implicito” alla diffusione, nel momento in cui qualcosa viene condiviso online anche se non con una sola persona.
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Il 23% degli adulti e il 29% dei ragazzi, invece, sono convinti che sia sempre sicuro condividere foto o video intimi on line perché “lo fanno tutti”, mentre il 41% degli adulti e il 44% dei ragazzi, benché consapevoli dei rischi, ritengono che a volte non si abbia nessuna scelta alternativa. Esiste inoltre circa il 40% di entrambi i gruppi di riferimento che pensa che la condivisione sia sicura se ristretta a utenti di cui ci si fida, anche se non ci si conosce di persona, o se ti fai promettere che i contenuti condivisi non saranno ulteriormente diffusi (26% degli adulti e 32% dei ragazzi). I ragazzi intervistati raccontano però che tra i loro amici più di 1 su 5 invia video o immagini intime di se stesso a coetanei e adulti conosciuti in rete, o attiva la webcam per ottenere regali.
Quando si tratta di valutare l’attendibilità di una notizia, per circa i ¾ degli intervistati (78% adulti e 73% ragazzi) la prudenza è d’uopo, ma per contro il 43% dei minori e il 37% degli adulti basano il proprio giudizio sulle condivisioni che quella notizia riceve.
L’accesso a strumenti che consentono di fare acquisti online – come il sistema Paypal e le carte prepagate – alimentano un vivace traffico di acquisti online, ma espongono anche i ragazzi all’opportunità di utilizzare la rete per scommettere, accedere a giochi online, come poker e casino, e ad altri siti riservati ad adulti (lo fa quasi 1 ragazzo su 10).
Per ulteriori informazioni: Tel 06-48070023/63/81/82 ufficiostampa@savethechildren.org www.savethechildren.it
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