A quattro settimane dell’avvio del nuovo anno scolastico continuano tenere banco i sistemi di aerazione. Soprattutto perché le evidenze scientifiche li indicano come indispensabili in chiave prevenzione Covid, come pure politici, sindacalisti ed esperti a vario titolo di scuola. Solo che ad oggi i dispositivi di ventilazione automatizzata risultano presenti solo nel 3% delle classi. E in mancanza di provvedimenti del Governo (ci sono a dire il vero 150 milioni già approvati da tempo ma senza le Linee Guida sulla sicurezza è tutto fermo), si rischia di riprendere le lezioni così come sono state svolte negli ultimi due anni: mascherine in volto e dispositivo “finestre aperte” tutto l’anno, inverno compreso.
In questo quadro, diventano preziose le iniziative non istituzionali che intendono fornire tali sistemi di aerazione alle scuole. Come quella della Società Italiana di Medicina Ambientale che lancia oggi la campagna “Adotta una scuola“.
“Attraverso medici, epidemiologi, biologi, chimici, Sima intende fornire ai presidi di tutta Italia le più dettagliate informazioni utili a decidere sulle tipologie di dispositivi per il miglioramento della qualità dell’aria all’interno delle classi”, ha spiegato Alessandro Miani, presidente Sima.
Del resto, ha continuato Miani, i nostri studi “hanno quantificato in valori inferiori all’1% il rischio di contrarre il Covid-19 laddove vengano mantenuti livelli di CO2 pari o inferiori a 700 ppm (parti per milione)”.
Ma come si realizzerebbe l’iniziativa? “Ogni scuola – spiega il presidente Sima – potrà rivolgersi alla società scientifica per manifestare il proprio interesse nella ricerca di aziende partner intenzionate a fornire gratuitamente (per gli Istituti pubblici) o a costo di produzione (per le scuole paritarie) tecnologie utili a migliorare i parametri di qualità dell’aria indoor e quindi a mitigare il rischio di contagio da Covid-19 tra studenti e docenti”.
Sima fa sapere di avere già raccolto molte adesioni di aziende che vogliono contribuire ad una riapertura dell’anno scolastico in sicurezza.
“Tra queste: Bromance, Hyla, GH Entetprise, SDP Italia, Vortice, Befreest, Emtesys, che hanno già messo a disposizione centinaia di device per la purificazione dell’aria, coating fotocatalitici al biossido di titanio a base di etanolo, dispositivi smart di monitoraggio della CO2 e sistemi di ventilazione meccanizzata”.
Con questi presupposti, con un’azienda pronta a garantire la qualità del prodotto da installare, in linea teorica, in mancanza di società pronte a fornire i dispositivi senza costi, anche i genitori degli alunni (previa delibera del Consiglio d’Istituto) potrebbero finanziare la collocazione degli aeratori nelle aule scolastiche.
E la spesa non è impossibile, perché si aggira su una cifra che va dai mille ai duemila euro ad aeratore.
I ricercatori del comitato scientifico hanno elaborato per le scuole uno schema di classificazione del rischio a livelli (da basso a molto elevato) con un sistema di visualizzazione basato sui colori del semaforo.
Ad ogni livello di rischio corrisponde una serie di azioni da attuare per garantire un’adeguata ventilazione dell’aria indoor delle aule: variazione dei tempi e della frequenza di apertura di porte e finestre, modifiche dell’assetto delle aule (numero di studenti ammessi), nonché modifiche relative agli edifici come l’implementazione di sistemi di ventilazione meccanica e/o dispositivi di purificazione dell’aria.
Per concludere, con la campagna “Adotta una scuola” aziende e privati cittadini potranno fornire gratuitamente agli istituti pubblici tecnologie per migliorare la qualità dell’aria indoor e ridurre il rischio di contagio da Covid-19 tra studenti e docenti.
Sima si farà garante nei confronti delle scuole per la qualità delle tecnologie e dei dispositivi forniti dalle aziende e dai privati che decideranno di adottare una scuola. Presidi, aziende e privati cittadini che intendano aderire all’iniziativa lanciata da Sima possono scrivere a scuola@simaitalia.org
L’iniziativa è indubbiamente interessante. Rimangono solo alcuni dubbi da sciogliere.
Il primo è legato al fatto che gli enti locali sono sempre e comunque i responsabili per le modifiche strutturali delle scuole, quindi bisognerà perlomeno rivolgersi a Comuni e Province per avere l’autorizzazione ad installare i dispositivi di areazione.
Il secondo dubbio riguarda le spese di gestione, manutenzione pulizia dei dispositivi automatici di ricambio d’aria nelle classi: le scuole saranno in grado di gestirsi e finanziare tali operazioni periodiche?
Sono domande che, per evitare che addirittura gli aeratori meccanici possono produrre l’effetto contrario, addirittura nocivo, come ha dichiarato di recente Andrea Gavosto, leader della Fondazione Agnelli, alla Tecnica della Scuola, è bene porsi sin d’ora.
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