Anche gli ebrei italiani puntano il dito contro l’ora di religione: dopo le associazioni laiche, alcuni sindacati, in particolare la Cgil, a buona parte della sinistra, anche loro chiedono di risolvere, con opportuni interventi presso il Governo, il problema dell’assenza di una vera alternativa all’ora di religione cattolica nelle scuole pubbliche: l’appello è stato posto al rinnovato Consiglio durante il Congresso degli ebrei italiani, conclusosi l’8 dicembre a Roma, e rientra, più in generale, nell’auspicio di introdurre una vera laicità dello Stato, considerata l’unica reale strada per raggiungere una serena convivenza fra le diverse culture.
In una risoluzione approvata dalla commissione su giovani, educazione e cultura, il Congresso, che si riunisce ogni quattro anni, ha sottolineato che la frequente assenza di un’adeguata offerta formativa alternativa all’insegnamento cattolico mette i ragazzi che non si avvalgono di questa ora in situazione di minore opportunità per l’acquisizione di crediti formativi, importanti per la votazione finale e per il proseguimento degli studi superiori. “L’intervento – ha sottolineato il Congresso – può avvenire tramite il coordinamento con le altre realtà italiane che vivono la medesima difficoltà”. Oltre alla necessità di introdurre alternative valide, gli ebrei sostengono, in definitiva, che la religione cattolica non dovrebbe essere considerata una materia curricolare. Basterà l’ennesimo “affondo” di un organismo di una certa rilevanza per far rivedere delle regole su cui anche i Governi del centro-sinistra non sembrano voler mettere mano?