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Affrontare e risolvere il nodo della carriera dei docenti. Lo chiede Ancodis

Adesso che la “squadra” di Viale Trastevere è completa di Ministro, sottosegretari e Capi Dipartimento è arrivato il momento di chiedersi quale sia la visione della squadra per il futuro del sistema scolastico italiano: è la domanda che si pone Ancodis, l’Associazione nazionale dei collaboratori dei dirigenti scolastici.

“Noi – afferma Rosolino Cicero, presidente dell’Associazione – vogliamo confidare in una squadra che abbia una visione di sistema che guardi ai grandi e irrisolti temi di questo ventennio nel quale la nostra scuola ha avuto “l’onore” di essere considerata uno dei bancomat statali, utili solo a sottrarre direttamente o indirettamente le risorse finanziarie, concorrendo a destrutturare la storica identità della scuola e dei suoi protagonisti”.

Più scuola per tutti

“Il moderno sistema scolastico – sostiene Ancodis – deve partire da un cambio di visione che abbia a caposaldo un solo obiettivo: “più scuola per tutti” con l’obbligo scolastico e formativo da 0 a 18 anni; “più scuola per tutti” in ogni area territoriale; “più scuola per tutti” in ogni famiglia; “più scuola per tutti” per l’intero anno solare!”

E, per raggiungere questo obiettivo, l’espressione “spesa per l’istruzione” deve essere sostituita da “investimento per la formazione” che deve a sua volta tradursi non solo in un aumento di risorse ma anche – dice Rosolino Cicero -in “un adeguato riconoscimento etico che uno Stato assegna ai suoi insegnanti impegnati nella costruzione culturale e professionale delle future generazioni”.

Il nodo della carriera dei docenti

Il punto centrale – secondo Ancodis – resta proprio quello della figura del docente: “Un sistema moderno capace di fare “più scuola per tutti” deve prevedere la possibilità di una carriera docente per tutti che non lasci su un piano indifferenziato l’insegnante che svolge la sola attività didattica e chi, invece, assume anche un incarico di governance scolastica per il funzionamento organizzativo e didattico a sostegno del complesso sistema qual è la scuola autonoma”.

In altre parole è indispensabile “prevedere il riconoscimento professionale di chi – oltre l’attività di docenza – svolge quella di collaborazione al Dirigente Scolastico nell’ambito gestionale, organizzativo, del coordinamento e della progettazione didattica è una scelta culturale non più eludibile”.

Con la logica che conseguenza che “non è più possibile disconoscere la necessità del distaccamento dall’attività di insegnamento di un docente Collaboratore del DS (ex vicepreside) del quale è nota la presenza in tutte le scuole ma non gode di alcun riconoscimento giuridico e contrattuale”.

Reginaldo Palermo

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