Sennonché il personale scolastico, che non è potuto andare in pensione a causa della legge Fornero, legittimamente dubita e fortemente delle parole della ministra, anche perché da due anni circa riceve similari promesse, tutte regolarmente disattese.
Era ovvio, dicono dunque, che a conclusione di un iter, durante il quale era stato assicurato la risoluzione del caso ma con il nulla di fatto, si ritornasse a istillare speranza e fiducia. E infatti la ministra è tornata sulla materia dicendo: “Affronteremo con calma questo tema, vorrei rassicurare che pensiamo anche a loro”.
”Abbiamo dato priorità all’aggiornamento degli insegnanti e agli insegnanti di sostegno nell’ambito di una politica economica in cui non abbiamo molti margini di manovra, abbiamo cercato di definire un primo set di misure”.
Quando tuttavia sarà riaffrontato il problema non lo ha detto, mentre è bene sottolineare che una buona parte dei “Quota 96” il prossimo 1 settembre 2014 andrà in quiescenza senza intervento ulteriore di alcuno, ma proprio sulle disposizioni della riforma Fornero.
E a tal riguardo è bene anche precisare che alla data attuale non si conosce bene neanche il numero esatto delle persone interessate dal provvedimento di cui la ministra parla, per cui è anche praticamente difficile fare un conteggio veritiero delle risorse da destinare per pensionare i “Quota 96”. Ciò a dimostrazione, dicono gli aderenti al comitato, che non c’è mai stata la volontà di risolvere la faccenda.
Gli occhi comunque di questo personale sono rivolti al prossimo novembre quando la Corte costituzionale si esprimerà sulla legittimità della riforma Fornero