Categorie: Estero

Afghanistan, già a 10 anni niente scuola: passano la giornata a lavorare nelle miniere illegali

È bastato un video, girato da un 18enne afgano nei claustrofobici cunicoli delle miniere di carbone, a riportare in primo piano la piaga del lavoro minorile in Afghanistan: un Paese dove bambini di soli 10 anni invece di frequentare la scuola lavorano in miniere illegali, spesso anche 12 ore al giorno.
Il lavoro minorile in Afghanistan è stato più volte denunciato dagli attivisti, ma è tornato di recente in primo piano grazie al filmato di Fardeen Barakzai, realizzato con il sostegno del ‘Mobile Mini Circus for Children’, la scuola gestita dai danesi che ricorre all’uso del teatro e del circo per insegnare ai bambini. Stando a quanto raccontato il 14 luglio dal Wall Street Journal, Barakzai ha viaggiato in territorio talebano, nella provincia di Bamiyan, per documentare le condizioni di lavoro dei bambini in una miniera illegale di carbone. “A Kabul i bambini giocano, vanno a scuola – ha detto il 18enne – ma lì i bambini sono così sporchi, il lavoro non è buono. Volevo mostrare a Kabul e a tutto l’Afghanistan che questo è un grosso problema per tutti i bambini”.
Stando a stime del governo afgano, quasi un terzo dei bambini del Paese, oltre quattro milioni, partecipano a qualche attività lavorativa, dalla raccolta della frutta all’estrazione di carbone. Secondo l’Onu circa il 18% dei bambini lavora, di cui 1 milione e 400mila di età compresa tra i 6 e i 15 anni. Tuttavia le autorità “non hanno le risorse” per contrastare il fenomeno, ha ammesso il direttore generale per le direttive sul lavoro del ministero per il Lavoro, gli Affari Sociali e i disabili, Khair Mohammed Niru. La conclusione è che “non siamo in grado di far rispettare le leggi”.
Non è ancora chiaro quanto l’incapacità del governo nel formare le nuove generazioni abbia a che vedere con l’attentato avvenuto il 15 luglio al ministro dell’Istruzione afgano, Obaidullah Obaid, attraverso l’esplosione di un ordigno piazzato lungo la strada: il ministro dell’Istruzione superiore, uscito comunque illeso dall’esplosione, mentre sono rimasti feriti due poliziotti della scorta, stava viaggiando tra le province settentrionali di Baghlan e Kunduz quando il suo convoglio ha colpito la bomba piazzata sulla strada.
Alessandro Giuliani

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