In Senegal, il 30% dei bambini nella sola capitale Dakar va a scuola senza fare colazione e il 13% assume un solo pasto al giorno. Nello Zambia, dove più del 70% della popolazione vive in uno stato di povertà assoluta, mancano circa 9.000 insegnanti, non perché manchino docenti qualificati ma perché non ci sono i soldi per pagarli.
Sono solo alcuni dei dati che emergono dall’ultimo rapporto dell’Istituto Sud Africano per gli affari internazionali di Johannesburg. Il documento pone l’accento sulle enormi difficoltà che l’Africa deve affrontare per raggiungere un obiettivo che oggi sembra pura utopia: l’istruzione primaria per tutti entro il 2015. Di questo passo – sostengono gli autori del rapporto – il 100% della scolarizzazione potrà essere raggiunto non prima del 2150. Le guerre civili, l’elevatissimo debito con l’Occidente che per molti è la causa della mancanza di risorse finanziarie per la scuola (la sola Nigeria deve 32 miliardi di dollari ai creditori), la diffusione dell’Aids che come si sa prolifera in questa regione del mondo: sono questi gli ostacoli più difficili da sormontare.
Solo rimuovendo tali barriere si potrà pensare di modificare in positivo delle cifre che, allo stato attuale, nell’Africa subsahariana sono allarmanti: più di 40 milioni di bambini non ricevono alcuna istruzione, l’iscrizione nelle scuole secondarie è al di sotto del 20% e meno del 10% degli iscritti riesce a ottenere un diploma.
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